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CINEBESTIARIO…CANI, GATTI &CO

CINE BESTIARIO…CANI, GATTI &C0

La mostra è a ingresso libero

30 Ottobre 2024

Soggettiva Gallery presenta dal 5 al 30 novembre “Cinebestiario…cani, gatti &Co”, tributo ai più famosi animali della storia del cinema. La mostra è dedicata ad alcune delle “bestie” più iconiche della settima arte, compagni di viaggio dei protagonisti dei film nelle loro avventure più sregolate e adrenaliniche.

Sulla scorta dei bestiari medievali, raccolte enciclopediche di creature reali e magiche, la mostra esplora il ruolo degli animali nella cinematografia di diversi quanto fondamentali registi, sottolineando il rapporto quasi simbiotico che viene a crearsi tra le figure umane e i loro compagni “a quattro zampe”. Il nucleo centrale dell’esposizione raccoglie una selezione di opere dell’illustratore statunitense Evanimal (Evan Yarbrough), una collezione di raffinati “frame” che compongono un  “bestiario cinematografico”.

In particolare la rassegna si concentra sul genere fantascientifico e quello “del brivido”, dedicando un focus ad alcuni maestri del cinema mondiale che per i loro film hanno preso ispirazione dal mondo animale. Non potevano mancare le pellicole hollywoodiane, firmate da Quentin Tarantino (Le iene), Martin Scorsese (il gufo di Killers of the Flower ;oon), i Fratelli Coen (Il Grinta), ma sopratutto Tim Burton (Batman, Catwoman, Sleepy Hollow, Beetlejuice) e Wes Anderson (Le avventure acquatiche di Steve Zissou, L’isola dei cani); il Sol Levante è invece rappresentato da un gigante come il due volte Premio Oscar Hayao Miyazaki (La città incantata, Il ragazzo e l’airone, Ponyo , Il mio vicino Totoro).

EVANIMAL E I SUOI RITRATTI BESTIALI

Il focus di questa esposizione sono le 20 tavole di Evan Yarbrough (in arte Evanimal). L’artista e illustratore, con un background in Storia delle Belle Arti e attive collaborazioni con riviste, case editrici, brand noti e importanti gallerie, ha coniugato la sua passione per l’arte e il cinema in una serie di opere che celebrano i leggendari animali protagonisti di alcuni dei film più iconici della storia. La mostra, attraverso il suo “Cinebestiario” retro, trasforma i ritratti degli animali in piccole quanto vivaci e suggestive opere  d’arte, restituendo l’atmosfera e l’emozione dei film che li hanno resi celebri: dal cane “Einstein” di Ritorno al futuro, primo quadrupede a sperimentare il viaggio spazio-temporale, al polpo di Old Boy di Park Chan-wook, vittima di un cruento pasto da parte del rancoroso protagonista; dall’irresistibile carlino “Frank” di Men in Black al fiero esemplare di lupo che fa da simbolo alla gloriosa casata Stark ne Il trono di spade; dal feroce felino “Jonsey”, protagonista di Alien, al dolcissimo Max del natalizio Il Grinch; dalla marmotta nell’incubo vissuto dal meteorologo interpretato da Bill Murray in Ricomincio da capo all’entità ectoplasmatica “Slimer” di Ghostbuster; dal malefico “Stripe” de I Gremlins al maialino Babe.

IL FUTURO DEL REGNO ANIMALE

Tra i generi che più si sono concentrati a immaginare il futuro a cui potrebbe andare incontro l’umanità (e con lei il mondo degli animali) è la fantascienza. In tal senso un vero e proprio capostipite come 2001: Odissea nello spazio, rivisto da Max Dalton con un’immagine che mette in relazione la Terra con il resto dell’universo, ritrae la storia del genere umano fin dalle origini con la potentissima scena d’apertura e di chiusura con protagonista un gruppo di scimmie. L’antenato dell’uomo è al centro di altre due pellicole presenti in mostra: da un lato l’apocalittico Il pianeta delle scimmie, reinterpretato dai lavori di Anthony Petrie, Mark Borgions e dallo stesso Dalton che, da un punto di vista rispettivamente geografico, dinamico e ritrattistico, ci parlano della società di scimmie che ha preso il sopravvento sulla terra; dall’altro L’esercito delle 12 scimmie, profetica pellicola in cui l’uomo deve misurarsi con un letale virusm, ritratto da Max Dalton con un pittoresco zoo a cielo aperto dove si nascondono le 12 scimmie. Le stesse sconvolgenti atmosfere contraddistinguono Annientamento di Alex Garland, da cui ha preso spunto la caleidoscopica opera di Anna Ferrara che mescola lo slancio vitale della natura e degli animali col presentimento di calamità. Dalle azioni sconsiderate dell’uomo nasce infine una creatura cult come Godzilla, da cui sono nate raffinate illustrazioni in stile giapponese realizzate da Jed Henry e da Francesco Casolari.

ANIMALI DA PAURA

Il legame con il regno animale è tanto più forte quando si parla del genere “del brivido”, dove spesso il riferimento a creature di varia natura è presente nel titolo stesso dei film: basti pensare a Lo squalo di Spielberg, La mosca di Cronenberg e Gli uccelli di Hitchcock, tre pietre miliari rievocate da Adam Juresko. Altre due pellicole leggendarie come L’uomo lupo e Il silenzio degli innocenti sono stati rivisti da Nicolas Delort e da Greg Ruth: se il primo sfrutta la tecnica dell’incisione per realizzare un’opera dove la mutazione del protagonista è incorniciata in un contesto gotico fatto di nebbia e chiari di luna piena, il secondo adotta un’impostazione frontale che esalta la performance di Jodie Foster, circondata da un nugolo di falene che rimandando alla spaventosa trama del film.

GLI ANIMALI FANTASTICI DI TIM BURTON, WES ANDERSON E HAYAO MIYAZAKI

I grandi autori hanno sempre visto nell’istinto animale una fondamentale fonte di ispirazione. Tim Burton, per esempio, ha da sempre messo in scena creature di ogni tipo e natura, prendendo spunto dalla realtà, plasmandola in base alle suggestioni del suo genio creativo. Basti pensare alla sua fumettistica interpretazione di Batman e Catwoman – rivisti da Steven Luros Holliday – nei film dedicati alle imprese dell’uomo-pipistrello, fino al diabolico destriero de I mister di Sleepy Hollow – illustrato sagacemente da Chris Koehler – o alla mucca di cui si serve Beetlejuice per pubblicizzare i suoi servizi di “bio esorcismo”. Lo stesso Wes Anderson ha messo sempre più al centro del proprio universo gli animali, in particolare nelle sue inimitabili pellicole d’animazione in stop-motion: dal suggestivo squalo-giaguaro di Le avventure acquatiche di Steve Zissou o L’isola dei cani, culmine della riflessione del regista texano sul rapporto spesso distorto che l’uomo ha con gli altri esseri viventi. Anche un colosso come Hayao Miyazaki, che da sempre ha fatto dell’armonia utopica tra esseri umani, macchine e natura uno dei punti cardine della propria poetica, è presente in  mostra con poster che omaggiano alcuni delle sue creazioni più rappresentative: due film vincitori di Premio Oscar come Il ragazzo e l’airone e La città incantata sono il punto di partenza per le avvincenti rappresentazioni di Matteo Costa e Anna Ferrara; l’illustratrice italiana ha dedicato un ulteriore lavoro dal sapore favolistico a Ponyo sulla scogliera.

…E PER FINIRE “DOLCETTO O SCHERZETTO?”🎃

A fine ottobre Soggettiva Gallery celebra Halloween con una selezione di tre alternative movie poster dedicati a una delle saghe più iconiche del genere horror. Gli spettatori potranno ammirare l’Halloween di Melvin Mago, caratterizzato da tonalità autunnali e un tocco vagamente retro; il poster  di Matt Ritchie, dove la maschera di Michael Myers si trasforma in un affascinante pattern per carta da parati; e infine, l’interpretazione notturna e magrittiana realizzata da Dan Mumford. Un appuntamento imperdibile per gli amanti del cinema e del brivido!

INFORMAZIONI AL PUBBLICO

SOGGETTIVA GALLERY

Via Pasquale Sottocorno 5/A, 20122 Milano

3357722437 – 3458463222 – 3342378116

info@soggettivagallery.com 

www.soggettivagallery.com 

Orari di apertura:

lunedì: 15.45 – 19.45
da martedì a venerdì: 10 – 13.30 / 15.45 – 19.45
sabato e domenica: 10.30 – 13.30 / 15.45 – 19.45

Foto alternative movie poster del film Ritorno al futuro (Dog) | Evanimal | Robert Zemeckis | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Alien (Jonsey) | Evanimal | Ridley Scott | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Men in Black (Dog) | Evanimal | Barry Sonnenfeld | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Peter Pan | Evanimal | P.J. Hogan | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Mad Max (Dog) | Evanimal | George Miller | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Babe | Evanimal | Chris Noonan | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film 2001: Odissea nello spazio | Max Dalton | Stanley Kubrick | Soggettiva Gallery Milano
Alternative movie poster Il quinto elemento | Lui Besson | Max Dalton | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Annientamento | Anna Ferrara | Alex Garland | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film L'uomo lupo | Nicolas Delort | George Waggner | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film L'isola dei cani | Kemi Mai | Wes Anderson | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film La città incantata | Max Dalton | Hayao Miyazaki | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film "Halloween" | Melvin Mago | John Carpenter | Soggettiva Gallery Milano

Soggettiva Gallery presenta dal 5 al 30 novembre “Cinebestiario…cani, gatti &Co”, tributo ai più famosi animali della storia del cinema. La mostra è dedicata ad alcune delle “bestie” più iconiche della settima arte, compagni di viaggio dei protagonisti dei film nelle loro avventure più sregolate e adrenaliniche.

Sulla scorta dei bestiari medievali, raccolte enciclopediche di creature reali e magiche, la mostra esplora il ruolo degli animali nella cinematografia di diversi quanto fondamentali registi, sottolineando il rapporto quasi simbiotico che viene a crearsi tra le figure umane e i loro compagni “a quattro zampe”. Il nucleo centrale dell’esposizione raccoglie una selezione di opere dell’illustratore statunitense Evanimal (Evan Yarbrough), una collezione di raffinati “frame” che compongono un  “bestiario cinematografico”.

In particolare la rassegna si concentra sul genere fantascientifico e quello “del brivido”, dedicando un focus ad alcuni maestri del cinema mondiale che per i loro film hanno preso ispirazione dal mondo animale. Non potevano mancare le pellicole hollywoodiane, firmate da Quentin Tarantino (Le iene), Martin Scorsese (il gufo di Killers of the Flower ;oon), i Fratelli Coen (Il Grinta), ma sopratutto Tim Burton (Batman, Catwoman, Sleepy Hollow, Beetlejuice) e Wes Anderson (Le avventure acquatiche di Steve Zissou, L’isola dei cani); il Sol Levante è invece rappresentato da un gigante come il due volte Premio Oscar Hayao Miyazaki (La città incantata, Il ragazzo e l’airone, Ponyo , Il mio vicino Totoro).

Foto alternative movie poster del film Ritorno al futuro (Dog) | Evanimal | Robert Zemeckis | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Alien (Jonsey) | Evanimal | Ridley Scott | Soggettiva Gallery Milano

EVANIMAL E I SUOI RITRATTI BESTIALI

Foto alternative movie poster del film Men in Black (Dog) | Evanimal | Barry Sonnenfeld | Soggettiva Gallery Milano

Il focus di questa esposizione sono le 20 tavole di Evan Yarbrough (in arte Evanimal). L’artista e illustratore, con un background in Storia delle Belle Arti e attive collaborazioni con riviste, case editrici, brand noti e importanti gallerie, ha coniugato la sua passione per l’arte e il cinema in una serie di opere che celebrano i leggendari animali protagonisti di alcuni dei film più iconici della storia. La mostra, attraverso il suo “Cinebestiario” retro, trasforma i ritratti degli animali in piccole quanto vivaci e suggestive opere  d’arte, restituendo l’atmosfera e l’emozione dei film che li hanno resi celebri: dal cane “Einstein” di Ritorno al futuro, primo quadrupede a sperimentare il viaggio spazio-temporale, al polpo di Old Boy di Park Chan-wook, vittima di un cruento pasto da parte del rancoroso protagonista; dall’irresistibile carlino “Frank” di Men in Black al fiero esemplare di lupo che fa da simbolo alla gloriosa casata Stark ne Il trono di spade; dal feroce felino “Jonsey”, protagonista di Alien, al dolcissimo Max del natalizio Il Grinch; dalla marmotta nell’incubo vissuto dal meteorologo interpretato da Bill Murray in Ricomincio da capo all’entità ectoplasmatica “Slimer” di Ghostbuster; dal malefico “Stripe” de I Gremlins al maialino Babe.

Foto alternative movie poster del film Babe | Evanimal | Chris Noonan | Soggettiva Gallery Milano

IL FUTURO DEL REGNO ANIMALE

Foto alternative movie poster del film 2001: Odissea nello spazio | Max Dalton | Stanley Kubrick | Soggettiva Gallery Milano

Tra i generi che più si sono concentrati a immaginare il futuro a cui potrebbe andare incontro l’umanità (e con lei il mondo degli animali) è la fantascienza. In tal senso un vero e proprio capostipite come 2001: Odissea nello spazio, rivisto da Max Dalton con un’immagine che mette in relazione la Terra con il resto dell’universo, ritrae la storia del genere umano fin dalle origini con la potentissima scena d’apertura e di chiusura con protagonista un gruppo di scimmie. L’antenato dell’uomo è al centro di altre due pellicole presenti in mostra: da un lato l’apocalittico Il pianeta delle scimmie, reinterpretato dai lavori di Anthony Petrie, Mark Borgions e dallo stesso Dalton che, da un punto di vista rispettivamente geografico, dinamico e ritrattistico, ci parlano della società di scimmie che ha preso il sopravvento sulla terra; dall’altro L’esercito delle 12 scimmie, profetica pellicola in cui l’uomo deve misurarsi con un letale virusm, ritratto da Max Dalton con un pittoresco zoo a cielo aperto dove si nascondono le 12 scimmie. Le stesse sconvolgenti atmosfere contraddistinguono Annientamento di Alex Garland, da cui ha preso spunto la caleidoscopica opera di Anna Ferrara che mescola lo slancio vitale della natura e degli animali col presentimento di calamità. Dalle azioni sconsiderate dell’uomo nasce infine una creatura cult come Godzilla, da cui sono nate raffinate illustrazioni in stile giapponese realizzate da Jed Henry e da Francesco Casolari.

Alternative movie poster Il quinto elemento | Lui Besson | Max Dalton | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Annientamento | Anna Ferrara | Alex Garland | Soggettiva Gallery Milano

ANIMALI DA PAURA

Il legame con il regno animale è tanto più forte quando si parla del genere “del brivido”, dove spesso il riferimento a creature di varia natura è presente nel titolo stesso dei film: basti pensare a Lo squalo di Spielberg, La mosca di Cronenberg e Gli uccelli di Hitchcock, tre pietre miliari rievocate da Adam Juresko. Altre due pellicole leggendarie come L’uomo lupo e Il silenzio degli innocenti sono stati rivisti da Nicolas Delort e da Greg Ruth: se il primo sfrutta la tecnica dell’incisione per realizzare un’opera dove la mutazione del protagonista è incorniciata in un contesto gotico fatto di nebbia e chiari di luna piena, il secondo adotta un’impostazione frontale che esalta la performance di Jodie Foster, circondata da un nugolo di falene che rimandando alla spaventosa trama del film.

Foto alternative movie poster del film L'uomo lupo | Nicolas Delort | George Waggner | Soggettiva Gallery Milano

GLI ANIMALI FANTASTICI DI TIM BURTON, WES ANDERSON E HAYAO MIYAZAKI

Foto alternative movie poster del film L'isola dei cani | Kemi Mai | Wes Anderson | Soggettiva Gallery Milano

I grandi autori hanno sempre visto nell’istinto animale una fondamentale fonte di ispirazione. Tim Burton, per esempio, ha da sempre messo in scena creature di ogni tipo e natura, prendendo spunto dalla realtà, plasmandola in base alle suggestioni del suo genio creativo. Basti pensare alla sua fumettistica interpretazione di Batman e Catwoman – rivisti da Steven Luros Holliday – nei film dedicati alle imprese dell’uomo-pipistrello, fino al diabolico destriero de I mister di Sleepy Hollow – illustrato sagacemente da Chris Koehler – o alla mucca di cui si serve Beetlejuice per pubblicizzare i suoi servizi di “bio esorcismo”. Lo stesso Wes Anderson ha messo sempre più al centro del proprio universo gli animali, in particolare nelle sue inimitabili pellicole d’animazione in stop-motion: dal suggestivo squalo-giaguaro di Le avventure acquatiche di Steve Zissou o L’isola dei cani, culmine della riflessione del regista texano sul rapporto spesso distorto che l’uomo ha con gli altri esseri viventi. Anche un colosso come Hayao Miyazaki, che da sempre ha fatto dell’armonia utopica tra esseri umani, macchine e natura uno dei punti cardine della propria poetica, è presente in  mostra con poster che omaggiano alcuni delle sue creazioni più rappresentative: due film vincitori di Premio Oscar come Il ragazzo e l’airone e La città incantata sono il punto di partenza per le avvincenti rappresentazioni di Matteo Costa e Anna Ferrara; l’illustratrice italiana ha dedicato un ulteriore lavoro dal sapore favolistico a Ponyo sulla scogliera.

Foto alternative movie poster del film La città incantata | Max Dalton | Hayao Miyazaki | Soggettiva Gallery Milano

…E PER FINIRE “DOLCETTO O SCHERZETTO?”🎃

A fine ottobre Soggettiva Gallery celebra Halloween con una selezione di tre alternative movie poster dedicati a una delle saghe più iconiche del genere horror. Gli spettatori potranno ammirare l’Halloween di Melvin Mago, caratterizzato da tonalità autunnali e un tocco vagamente retro; il poster  di Matt Ritchie, dove la maschera di Michael Myers si trasforma in un affascinante pattern per carta da parati; e infine, l’interpretazione notturna e magrittiana realizzata da Dan Mumford. Un appuntamento imperdibile per gli amanti del cinema e del brivido!

Foto alternative movie poster del film "Halloween" | Melvin Mago | John Carpenter | Soggettiva Gallery Milano

INFORMAZIONI AL PUBBLICO

SOGGETTIVA GALLERY

Via Pasquale Sottocorno 5/A, 20122 Milano

3357722437 – 3458463222 – 3342378116

info@soggettivagallery.com 

www.soggettivagallery.com 

Orari di apertura:

lunedì: 15.45 – 19.45
da martedì a venerdì: 10 – 13.30 / 15.45 – 19.45
sabato e domenica: 10.30 – 13.30 / 15.45 – 19.45

Foto alternative movie poster del film Chi ha incastrato Roger Rabbit | Jacqueline Chu | Robert Zemeckis | Soggettiva Gallery Milano
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PAZZI DI CINEMA – FOLIE À CINÉ

PAZZI DI CINEMA – FOLIE À CINE

La mostra è a ingresso libero

2 Ottobre 2024

Soggettiva Gallery presenta dal 2 ottobre (fino al 3 novembre) “Pazzi di Cinema – Folie a Ciné”, tributo ai più famosi “bordeline” della storia del cinema, in concomitanza con l’uscita al cinema di “Joker – Folie à Deux” secondo e atteso capitolo della saga diretta da Todd Philips e interpretata dagli istrionici Joaquin Phoenix e Lady Gaga. La mostra ripercorre alcune dei personaggi “fuori di testa” che più hanno impressionato gli amanti della settima arte: figure temute o non accettate dalla società che, grazie alla loro condizione di emarginati, sono in grado di rispecchiare le deformazioni di chi si considera “normale”.

La mostra esplora le più intriganti e insolite sfumature della mente umana attraverso personaggi eccentrici, strampalati, strambi, squilibrati, un pò “pazzerelli” insomma, ognuno a suo modo “speciale”. Dalla follia che deriva dall’isolamento sociale si passa a quella che può indurre la psiche umana a sdoppiarsi; dallo squilibrio del cinema folk horror a quello tipico del sogno e dell’allucinazione; dalla pazzia che sfiora l’ossessione amorosa a quella non così dissimile dall’infatuazione che i serial killer provano per loro vittime; dall’irrazionalità che il cinema evidenzia nella società contemporanea a quella che contraddistingue la nostra paura del male; dal deliro che la sete di vendetta può instillare nella mente umana a quello all’instabilità che può essere provocata da una percezione distorta di noi stessi e della realtà che ci circonda…insomma Pazzi di Cinema non si diventa…ci si nasce.

FOLIE À CINÉ

Dal 2 ottobre Soggettiva Gallery presenta la mostra “Pazzi di Cinema – Folie à Ciné”, selezione di Alternative Movie Poster dedicati ai personaggi più complessi, disturbati e affascinanti mai concepiti dalla settima arte, in concomitanza con l’uscita dell’atteso “Joker – Folie à Deux” diretto da Todd Philips che vedrà duettare Joaquin Phoenix e Lady Gaga. Le opere, di artisti internazionali, propongono una riflessione sulle figure folli e bordeline che il cinema ha raccontato.

In esposizione personaggi che, emarginati dalla società, sono costretti a reagire compiendo gesti estremi e, per molti versi, folli. In primis Joker. La designer dell’Oregon Dakota Randall dedica tre sfolgoranti ritratti a tre grandi attori che hanno vestito i panni dell’antagonista di Batman: Jack Nicholson, Heath Ledger e Joaquin Phoenix. E l’indimenticabile Joker di Heath Ledger è al centro dei lavori di Anthony Jensen e Vance Kelly – che hanno catturato la disarmante imprevedibilità del personaggio – mentre Christopher Conner rappresenta l’inquietante allegria incarnata da Joaquin Phoenix. La mostra include altre figure “a parte” come l’angosciante Norman Bates di Psyco, il  “minaccioso” Edward mani di forbici e il destabilizzante Jack Nance di Eraserhead.

LASCIA O RADDOPPIA + FOLK LOVERS

In certi casi, la realtà mette talmente alla prova la psiche dei personaggi da provocare uno sdoppiamento o, in altri, alla sovrapposizione di due personalità separate in un unicum inscindibile: appartengono al primo insieme, tra gli altri, Twin Peaks e tre straordinari classici come Il Dottor Jekyll e Mr. Hyde, Shining e Velluto Blu; si può ricondurre invece alla seconda categoria una pietra miliare come Persona resa unica dal rapporto simbiotico tra le perturbanti Bibi Andersson e Liv Ullmann.

Le ambientazioni folk caratterizzano le pellicole di un regista cult come Robert Eggers: ai suoi film The Witch e The Lighthouse fanno riferimento le stampe, rispettivamente, della visual artist californiana Carrie Anne Hudson, la quale gioca con l’immaginario demoniaco del film, e dell’artista francese Fredlobo Lopez, che realizza un ritratto iperrealista di Robert Pattinson e Willem Dafoe. Dall’altro due lungometraggi dalle ambientazioni nord-europee come Lamb e Midsommar, a cui si sono ispirati il graphic designer statunitense Maxwell Joseph Hargreaves e da Garbhan Grant.

I SOGNI SON DESIDERI

Un’altra tematica affrontata dagli Alternative Movie Poster selezionati è quella del sogno: rivoluzionari il film d’animazione Paprika, reinterpretato in chiave onirica da Vincent Aseo, e Inception, di Javier Vera Lainez, con una quadrilogia di opere ispirate ai volti e agli oggetti chiave del film di Christopher Nolan. Un’ulteriore allucinazione collettiva come Fight Club è il punto di partenza di due rappresentazioni graffianti come quelle di Raj Khatri e Adam Rabalais. Non  da meno le visioni indotte dagli stupefacenti assunti da Johnny Depp in Paura e Delirio a Las Vegas, alla base del lavoro realizzato da Ricardo Diseño, o le atmosfere paranormali di De Palma in Fury, nellll’illustrazione di Chris Malbon; o le allucinazioni de Il pasto nudo che si ritrovano nel manifesto che Nick Charge dedica al film di David Cronenberg.

Tra desiderio e ossessione i poster ispirati a film dove l’amore e l’ambizione assumono tratti disturbanti: tra le opere il Drive, che Javier Maria Lainez ripropone la figura di Ryan Gosling con un martello, simbolo dell’amore protettivo e violento da lui incarnato, e Memento, il cui inestricabile circolo di sofferenza è perfettamente sintetizzato da Adam Rabalais con la rappresentazione delle braccia che si tatuano a vicenda. Infine l’attrazione che il musicista deforme del classico Il fantasma dell’Opera prova per una giovane cantante lirica da vita alla fantasmatica opera  delle Balbusso Twins.

THE SOCIAL KILLER

Difficile stabilire quali principi (ir)razionali possano governare la mente deviata di un serial killer: i lavori esposti rappresentano tra i più spaventosi individui mai apparsi in un film, in grado di dare il via a prolifiche saghe cinematografiche: è il caso di Venerdì 13 e Halloween, da cui Matt Ritchie prende spunto per due mortifere quanto affascinanti illustrazioni. Non si può non citare il più iconico e terrificante degli assassini, l’Hannibal Lecter di Anthony Hopkins ne Il silenzio degli innocenti: a lui, al temibile Buffalo Bill e alla combattuta agente Clarice Sterling (Jodie Foster) si ispirano le sconcertanti opere di Shelby Hohl, Yvan Quinet e Greg Ruth.

Non mancano gli Alternative Movie Poster di film a metà tra la distopia e la critica sociale, in cui gli eventi traumatici rappresentati fanno da specchio a una società profondamente malata: ne fanno parte film come Arancia meccanica – la devastante carica distruttiva del drugo Alex DeLarge è concentrata in una piccola quanto raffinata stampa di Max Dalton –, The Truman Show – la meschina messinscena televisiva di cui è vittima l’ignaro Jim Carrey è traslata da Josh Seth Blake in un lavoro carico di ironia – e Scappa – Get Out, critica al razzismo insito nella società americana che viene riproposta nell’intensa creazione di Garbhan Grant.

VENDETTE RAVVICINATE DEL TERZO TIPO

Varcando i confini del reale e addentrandosi nei territori dell’extra-sensoriale, sono imprescindibili alcuni lavori che re-immaginano il maligno secondo le diverse personificazioni compiute dalla settima arte: da quelle più diaboliche tipiche de L’esorcista nel cui oscuro immaginario ci invita ad entrare il poster di Rich Davies – e di Suspiria a cui si rifà il caleidoscopio lavoro realizzato da Adam Juresko – a quelle più sperimentali evocate da Frankenstein e, in chiave decisamente più ironica, da Frankenstein Jr., a cui si sono ispirati rispettivamente Chris Walker e Conor Langton.

La vendetta, uno dei sentimenti più folli e al tempo stesso più umani mai raffigurati sul grande schermo. Tra i revenge movie in mostra, un cult come Kill Bill – protagonista della creazione di Craig Drake un’inarrestabile Uma Thurman armata di katana –, una pietra miliare del cinema d’azione come Oldboy – riproposto in un’elettrico scontro a colpi di martello e pugnale da Dan Mumford – e una rock opera come Il fantasma del palcoscenico, rivisto da Shelby Hohl in chiave rock’n’roll.

RICOMINCIO DA ME

Infine, una serie di personaggi fuori dagli schemi: dal Drugo de Il grande Lebowski – immortalato da Malone in una citazione dell’onirica scena della pista da bowling nello spazio – a Uma Thurman nei panni della “sballata” Mia Wallace in Pulp Fiction, ripresa da Adam Juresko; dalla tenebrosa Mercoledì di Tim Burton, rivista dal poster di Duke Duel, alla malinconica Margot ne I Tenenbaum, a cui Shannon Bonnatakis dedica uno struggente primo piano. Fino allo sbalestrato  Bill Murray in Ricomincio da capo, a cui Matthew Rabalais dedica un ironico ritratto.

Tutte le opere esposte in mostra sono in vendita.

INFORMAZIONI AL PUBBLICO

SOGGETTIVA GALLERY

Via Pasquale Sottocorno 5/A, 20122 Milano

3357722437 – 3458463222 – 3342378116

info@soggettivagallery.com 

www.soggettivagallery.com 

Orari di apertura:

lunedì: 15.45 – 19.45
da martedì a venerdì: 10 – 13.30 / 15.45 – 19.45
sabato e domenica: 10.30 – 13.30 / 15.45 – 19.45

Alternative movie poster Joker (Dance) | Todd Phillips | Christopher Conner | Soggettiva Gallery Milano
Alternative movie poster Batman - Il cavaliere oscuro (Joker) | Christopher Nolan | Anthony Jensen | Soggettiva Gallery Milano
Alternative movie poster The Witch | Robert Eggers | Carrie Anne Hudson | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster | The Lighthouse | Fred Lobo Lopez | Robert Eggers | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film "Memento" | Adam Rabalais | Christopher Nolan | Soggettiva Gallery Milano
Alternative movie poster Drive | Nicolas Winding Refn | Javier Vera Lainez | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Suspiria | Adam Juresko | Dario Argento | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Ricomincio da capo (Bill)| Harold Ramis | Matthew Rabalais | Soggettiva Gallery Milano

Soggettiva Gallery presenta dal 2 ottobre (fino al 3 novembre) “Pazzi di Cinema – Folie a Ciné”, tributo ai più famosi “bordeline” della storia del cinema, in concomitanza con l’uscita al cinema di “Joker – Folie à Deux” secondo e atteso capitolo della saga diretta da Todd Philips e interpretata dagli istrionici Joaquin Phoenix e Lady Gaga. La mostra ripercorre alcune dei personaggi “fuori di testa” che più hanno impressionato gli amanti della settima arte: figure temute o non accettate dalla società che, grazie alla loro condizione di emarginati, sono in grado di rispecchiare le deformazioni di chi si considera “normale”.

La mostra esplora le più intriganti e insolite sfumature della mente umana attraverso personaggi eccentrici, strampalati, strambi, squilibrati, un pò “pazzerelli” insomma, ognuno a suo modo “speciale”. Dalla follia che deriva dall’isolamento sociale si passa a quella che può indurre la psiche umana a sdoppiarsi; dallo squilibrio del cinema folk horror a quello tipico del sogno e dell’allucinazione; dalla pazzia che sfiora l’ossessione amorosa a quella non così dissimile dall’infatuazione che i serial killer provano per loro vittime; dall’irrazionalità che il cinema evidenzia nella società contemporanea a quella che contraddistingue la nostra paura del male; dal deliro che la sete di vendetta può instillare nella mente umana a quello all’instabilità che può essere provocata da una percezione distorta di noi stessi e della realtà che ci circonda…insomma Pazzi di Cinema non si diventa…ci si nasce.

Alternative movie poster Joker (Dance) | Todd Phillips | Christopher Conner | Soggettiva Gallery Milano

FOLIE À CINÉ

Dal 2 ottobre Soggettiva Gallery presenta la mostra “Pazzi di Cinema – Folie à Ciné”, selezione di Alternative Movie Poster dedicati ai personaggi più complessi, disturbati e affascinanti mai concepiti dalla settima arte, in concomitanza con l’uscita dell’atteso “Joker – Folie à Deux” diretto da Todd Philips che vedrà duettare Joaquin Phoenix e Lady Gaga. Le opere, di artisti internazionali, propongono una riflessione sulle figure folli e bordeline che il cinema ha raccontato.

In esposizione personaggi che, emarginati dalla società, sono costretti a reagire compiendo gesti estremi e, per molti versi, folli. In primis Joker. La designer dell’Oregon Dakota Randall dedica tre sfolgoranti ritratti a tre grandi attori che hanno vestito i panni dell’antagonista di Batman: Jack Nicholson, Heath Ledger e Joaquin Phoenix. E l’indimenticabile Joker di Heath Ledger è al centro dei lavori di Anthony Jensen e Vance Kelly – che hanno catturato la disarmante imprevedibilità del personaggio – mentre Christopher Conner rappresenta l’inquietante allegria incarnata da Joaquin Phoenix. La mostra include altre figure “a parte” come l’angosciante Norman Bates di Psyco, il  “minaccioso” Edward mani di forbici e il destabilizzante Jack Nance di Eraserhead.

Alternative movie poster Batman - Il cavaliere oscuro (Joker) | Christopher Nolan | Anthony Jensen | Soggettiva Gallery Milano

LASCIA O RADDOPPIA + FOLK LOVERS

In certi casi, la realtà mette talmente alla prova la psiche dei personaggi da provocare uno sdoppiamento o, in altri, alla sovrapposizione di due personalità separate in un unicum inscindibile: appartengono al primo insieme, tra gli altri, Twin Peaks e tre straordinari classici come Il Dottor Jekyll e Mr. Hyde, Shining e Velluto Blu; si può ricondurre invece alla seconda categoria una pietra miliare come Persona resa unica dal rapporto simbiotico tra le perturbanti Bibi Andersson e Liv Ullmann.

Le ambientazioni folk caratterizzano le pellicole di un regista cult come Robert Eggers: ai suoi film The Witch e The Lighthouse fanno riferimento le stampe, rispettivamente, della visual artist californiana Carrie Anne Hudson, la quale gioca con l’immaginario demoniaco del film, e dell’artista francese Fredlobo Lopez, che realizza un ritratto iperrealista di Robert Pattinson e Willem Dafoe. Dall’altro due lungometraggi dalle ambientazioni nord-europee come Lamb e Midsommar, a cui si sono ispirati il graphic designer statunitense Maxwell Joseph Hargreaves e da Garbhan Grant.

Foto alternative movie poster | The Lighthouse | Fred Lobo Lopez | Robert Eggers | Soggettiva Gallery Milano

I SOGNI SON DESIDERI

Un’altra tematica affrontata dagli Alternative Movie Poster selezionati è quella del sogno: rivoluzionari il film d’animazione Paprika, reinterpretato in chiave onirica da Vincent Aseo, e Inception, di Javier Vera Lainez, con una quadrilogia di opere ispirate ai volti e agli oggetti chiave del film di Christopher Nolan. Un’ulteriore allucinazione collettiva come Fight Club è il punto di partenza di due rappresentazioni graffianti come quelle di Raj Khatri e Adam Rabalais. Non  da meno le visioni indotte dagli stupefacenti assunti da Johnny Depp in Paura e Delirio a Las Vegas, alla base del lavoro realizzato da Ricardo Diseño, o le atmosfere paranormali di De Palma in Fury, nellll’illustrazione di Chris Malbon; o le allucinazioni de Il pasto nudo che si ritrovano nel manifesto che Nick Charge dedica al film di David Cronenberg.

Tra desiderio e ossessione i poster ispirati a film dove l’amore e l’ambizione assumono tratti disturbanti: tra le opere il Drive, che Javier Maria Lainez ripropone la figura di Ryan Gosling con un martello, simbolo dell’amore protettivo e violento da lui incarnato, e Memento, il cui inestricabile circolo di sofferenza è perfettamente sintetizzato da Adam Rabalais con la rappresentazione delle braccia che si tatuano a vicenda. Infine l’attrazione che il musicista deforme del classico Il fantasma dell’Opera prova per una giovane cantante lirica da vita alla fantasmatica opera  delle Balbusso Twins.

Alternative movie poster The Witch | Robert Eggers | Carrie Anne Hudson | Soggettiva Gallery Milano

THE SOCIAL KILLER

Difficile stabilire quali principi (ir)razionali possano governare la mente deviata di un serial killer: i lavori esposti rappresentano tra i più spaventosi individui mai apparsi in un film, in grado di dare il via a prolifiche saghe cinematografiche: è il caso di Venerdì 13 e Halloween, da cui Matt Ritchie prende spunto per due mortifere quanto affascinanti illustrazioni. Non si può non citare il più iconico e terrificante degli assassini, l’Hannibal Lecter di Anthony Hopkins ne Il silenzio degli innocenti: a lui, al temibile Buffalo Bill e alla combattuta agente Clarice Sterling (Jodie Foster) si ispirano le sconcertanti opere di Shelby Hohl, Yvan Quinet e Greg Ruth.

Non mancano gli Alternative Movie Poster di film a metà tra la distopia e la critica sociale, in cui gli eventi traumatici rappresentati fanno da specchio a una società profondamente malata: ne fanno parte film come Arancia meccanica – la devastante carica distruttiva del drugo Alex DeLarge è concentrata in una piccola quanto raffinata stampa di Max Dalton –, The Truman Show – la meschina messinscena televisiva di cui è vittima l’ignaro Jim Carrey è traslata da Josh Seth Blake in un lavoro carico di ironia – e Scappa – Get Out, critica al razzismo insito nella società americana che viene riproposta nell’intensa creazione di Garbhan Grant.

Foto alternative movie poster del film "Memento" | Adam Rabalais | Christopher Nolan | Soggettiva Gallery Milano
Alternative movie poster Drive | Nicolas Winding Refn | Javier Vera Lainez | Soggettiva Gallery Milano

VENDETTE RAVVICINATE DEL TERZO TIPO

Varcando i confini del reale e addentrandosi nei territori dell’extra-sensoriale, sono imprescindibili alcuni lavori che re-immaginano il maligno secondo le diverse personificazioni compiute dalla settima arte: da quelle più diaboliche tipiche de L’esorcista nel cui oscuro immaginario ci invita ad entrare il poster di Rich Davies – e di Suspiria a cui si rifà il caleidoscopio lavoro realizzato da Adam Juresko – a quelle più sperimentali evocate da Frankenstein e, in chiave decisamente più ironica, da Frankenstein Jr., a cui si sono ispirati rispettivamente Chris Walker e Conor Langton.

La vendetta, uno dei sentimenti più folli e al tempo stesso più umani mai raffigurati sul grande schermo. Tra i revenge movie in mostra, un cult come Kill Bill – protagonista della creazione di Craig Drake un’inarrestabile Uma Thurman armata di katana –, una pietra miliare del cinema d’azione come Oldboy – riproposto in un’elettrico scontro a colpi di martello e pugnale da Dan Mumford – e una rock opera come Il fantasma del palcoscenico, rivisto da Shelby Hohl in chiave rock’n’roll.

Foto alternative movie poster del film Suspiria | Adam Juresko | Dario Argento | Soggettiva Gallery Milano

RICOMINCIO DA ME

Infine, una serie di personaggi fuori dagli schemi: dal Drugo de Il grande Lebowski – immortalato da Malone in una citazione dell’onirica scena della pista da bowling nello spazio – a Uma Thurman nei panni della “sballata” Mia Wallace in Pulp Fiction, ripresa da Adam Juresko; dalla tenebrosa Mercoledì di Tim Burton, rivista dal poster di Duke Duel, alla malinconica Margot ne I Tenenbaum, a cui Shannon Bonnatakis dedica uno struggente primo piano. Fino allo sbalestrato  Bill Murray in Ricomincio da capo, a cui Matthew Rabalais dedica un ironico ritratto.

Tutte le opere esposte in mostra sono in vendita.

Foto alternative movie poster del film Ricomincio da capo (Bill)| Harold Ramis | Matthew Rabalais | Soggettiva Gallery Milano

INFORMAZIONI AL PUBBLICO

SOGGETTIVA GALLERY

Via Pasquale Sottocorno 5/A, 20122 Milano

3357722437 – 3458463222 – 3342378116

info@soggettivagallery.com 

www.soggettivagallery.com 

Orari di apertura:

lunedì: 15.45 – 19.45
da martedì a venerdì: 10 – 13.30 / 15.45 – 19.45
sabato e domenica: 10.30 – 13.30 / 15.45 – 19.45

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VERTIGINE HITCHCOCK

VERTIGINE HITCHCOCK

La mostra è a ingresso libero

21 Agosto 2024

Soggettiva Gallery presenta dal 27 agosto (fino al 30 settembre) “Vertigine Hitchcock”, omaggio al regista inglese che con più di 50 film si è guadagnato il soprannome di “Maestro del Brivido”, legando indissolubilmente il proprio nome alla Storia del cinema. A 125 anni dalla nascita di Hitchcock, la mostra ripercorre i momenti salienti della sua carriera con una selezione di Alternative Movie Poster ispirati ai suoi più grandi capolavori.

L’influenza di Hitchcock non si limita al cinema, ma sconfina in tutti i campi delle creatività (videogiochi, fumetti, design, arte, letteratura, moda) fino a lasciare una traccia indelebile all’interno della cultura pop, senza dimenticare l’approfondita e attualissima rappresentazione della società americana che ha restituito con i suoi film. Se da un lato gli artisti le cui opere sono esposte in mostra devono quindi confrontarsi con la monumentale eredità artistica del regista inglese, dall’altro non possono non tenere in considerazione il lavoro di artisti che prima di loro hanno messo la loro creatività al servizio dello sconfinato immaginario cinematografico di Hitchcock: imprescindibile in tal senso il lascito dell’illustratore statunitense Saul Bass, stretto collaboratore del regista in diversi film.

LE INFLUENZE HITCHCOCKIANE

Dal 27 agosto giugno (fino al 30 settembre) Soggettiva Gallery presenta la mostra “Vertigine Hitchcock” che raccoglie più di trenta Alternative Movie Poster, ispirati ai suoi film più celebri. Un omaggio al regista inglese che ha rivoluzionato il cinema con la sua capacità di trasformare ogni suo film in un viaggio nelle più oscure profondità dell’animo umano, rivelando come il vero terrore si nasconda dietro una maschera di normalità.

Sono innumerevoli gli ambiti influenzati dal regista inglese, in una sorta di “stile Hitchcock” riconoscibile trasversalmente in tutti i campi artistici: dai videogiochi – la serie action “Hitman” – ai fumetti – la pubblicazione crime “The Fade Out”; dall’arte contemporanea – dell’artista multimediale belga Johan Grimonprez l’installazione “Looking for Alfred”, per non parlare delle contaminazioni con l’arte del pittore surrealista Salvador Dalì – al design – il decor di molti degli interni dei suoi film sono stati di ispirazione a importanti interior designer; dalla letteratura – autori del calibro di Stephen King e Patricia Highsmith riconoscono in Hitchcock un maestro di suspence e psicologia umana – alla moda – le sue attrici, da Kim Novak a Grace Kelly, da Tippi Hedren a Janet Leigh, sono diventate vere e proprie icone di stile grazie ai raffinati abiti e alle elaborate acconciature ideate da Hitchcock in collaborazione con l’eclettica costumista Edith Head, tanto da influenzare negli anni le collezioni di stilisti come Alexander McQueen, Miuccia Prada e Christian Dior.

UNO SPACCATO DELLA SOCIETÀ AMERICANA

I film omaggiati dalle opere in mostra rivelano uno spaccato sociale della società americana, a cui Hitchcock ha sempre dedicato un’attenta e quanto mai attuale analisi: emblematiche due pellicole come “La finestra sul cortile” e “Psyco”: se la prima rivela il cambiamento in atto in una società che ha perso ogni elemento di vita comune la seconda affronta il tema della lotta di classe.

In mostra opere grafiche di artisti internazionali che si sono dovuti confrontare, da un lato, con l’eredità dei film di Hitchcock e, dall’altro, con quella di chi con lui si è misurato prima di loro: basti pensare al celebre illustratore statunitense Saul Bass, autore sia dell’iconica locandina de “La donna che visse due volte” che dei titoli di testa di questa e di altre due pietre miliari del cinema di Hitchcock come “Intrigo internazionale” e “Psyco”. Proprio la tensione irresistibile che caratterizza “Psyco” ha scatenato la creatività dell’illustratore australiano Nick Charge e del graphic designer francese Melvin Mago, che hanno insistito sugli aspetti più gotici del film. Se invece l’appassionato di mid-century art Todd Alcott ha giocato ironicamente con l’aspetto psichiatrico e “frenologico” del film, Sheila C sceglie il formato orizzontale per dare vita a un destabilizzante e a tratti “diabolico” ritratto di Norman/Anthony Perkins.

QUESTIONE DI PROSPETTIVA

A “Gli uccelli” si sono ispirati, per riproporre visivamente il senso di totale vulnerabilità trasmesso dal film, Adam Juresko con un’illustrazione astratta, Max Dalton con un lavoro dalla delirante e divertente follia, Olivier Courbet con un’opera che sfrutta la prospettiva applicando uno stile che imita l’acquerello per creare dinamismo e l’italiano Utopian Movies, il cui approccio sperimentale mescola la creatività umana con le potenzialità tecnologiche offerte dall’Intelligenza Artificiale. Inoltre la pittrice marchigiana Veronica Chessa rende il suo personale omaggio a “Gli uccelli” con un dipinto in acrilico che, attraverso l’iconica configurazione “boule de neige”, materializza con sapienti pennellate la tesissima atmosfera messa in scena da Hitchcock (con un raffinato riferimento alla trama).

La vertigine che si prova davanti a “La donna che visse due volte” è al centro dell’opera di Jonathan Burton, caratterizzata da un tratto bidimensionale, mentre lo sgomento di James Stewart in “La finestra sul cortile” viene ripreso dall’illustratore di Pittsburgh Zeb Love e dalla designer di Brooklyn Katherine Lam i quali, giocando con gli elementi della trama, fanno eco alla tematica su cui ruota l’intero film: siamo noi a osservare il prossimo o è il prossimo a spiare noi?

TENSIONE COSTANTE

Non sarebbe una mostra su Hitchcock se mancasse all’appello un film come “Intrigo internazionale”, a cui si sono ispirati Joseph Chang, autore di una quadrilogia di opere retro-pop dedicate a Hitchcock e caratterizzate da un mix tra uno stile grafico modernista e un gusto minimalista di stampo orientale, e l’artista di Portland Dakota Randall, che ha ripreso le atmosfere della pellicola con Cary Grant attraverso un’approccio classico e dalle eleganti tonalità color seppia.

Altre due pellicole di fondamentale importanza come “Nodo alla gola” e “L’uomo che sapeva troppo” sono presentate in una chiave nuova e originale dall’illustratore belga Jack Durieux, maestro nell’uso della prospettiva e nel bilanciamento di tonalità calde fredde all’interno delle raffinate serigrafie con cui omaggia anche “Psyco” e “La donna che visse due volte”. In aggiunta, due esempi di come Hitchcock fosse maestro nell’adattare opere letterarie come “I 39 scalini” e “Delitto perfetto” sono state reinterpretati rispettivamente dall’esperto di pop culture Benedict Woodhead – a cui sono sufficienti poche forme in bianco e nero per riportare alla mente in modo preciso e puntuale gli elementi chiave del film – e dal designer londinese Adam Simpson, che si affida invece a un effetto tridimensionale orchestrato su più livelli per rendere graficamente gli scalini che danno il titolo al film stesso.

DUE TRITTICI CINEMATOGRAFICI

Infine due nuclei di opere, a cura rispettivamente dell’artista della Florida Danny Haas e del disegnatore originario delle fiandre Mark Borgions vanno a comporre due trittici rappresentativi tra loro coerenti per stile – nel primo caso per le palette di colore ricercate e i sapienti richiami alle locandine originali dei film, nel secondo per le atmosfere rarefatte e le linee geometriche – e formato.

Tutte le opere esposte in mostra sono in vendita.

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Foto alternative movie poster del film Psyco | Melvin Mago | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film La donna che visse due volte | Joseph Chang | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Psyco | Micheal Stiles | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Psyco | Todd Alcott | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Gli uccelli | Danny Haas | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film La donna che visse due volte | Jack Durieux | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Il delitto perfetto | Benedict Woodhead | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film La donna che visse due volte | Jonathan Burton | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film La FINESTRA SUL CORTILE | Jonathan Burton | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Intrigo internazionale | Mark Borgions | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano

Soggettiva Gallery presenta dal 27 agosto (fino al 30 settembre) “Vertigine Hitchcock”, omaggio al regista inglese che con più di 50 film si è guadagnato il soprannome di “Maestro del Brivido”, legando indissolubilmente il proprio nome alla Storia del cinema. A 125 anni dalla nascita di Hitchcock, la mostra ripercorre i momenti salienti della sua carriera con una selezione di Alternative Movie Poster ispirati ai suoi più grandi capolavori.

L’influenza di Hitchcock non si limita al cinema, ma sconfina in tutti i campi delle creatività (videogiochi, fumetti, design, arte, letteratura, moda) fino a lasciare una traccia indelebile all’interno della cultura pop, senza dimenticare l’approfondita e attualissima rappresentazione della società americana che ha restituito con i suoi film. Se da un lato gli artisti le cui opere sono esposte in mostra devono quindi confrontarsi con la monumentale eredità artistica del regista inglese, dall’altro non possono non tenere in considerazione il lavoro di artisti che prima di loro hanno messo la loro creatività al servizio dello sconfinato immaginario cinematografico di Hitchcock: imprescindibile in tal senso il lascito dell’illustratore statunitense Saul Bass, stretto collaboratore del regista in diversi film.

Foto alternative movie poster del film Psyco | Melvin Mago | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano

LE INFLUENZE HITCOCKIANE

Dal 27 agosto giugno (fino al 30 settembre) Soggettiva Gallery presenta la mostra “Vertigine Hitchcock” che raccoglie più di trenta Alternative Movie Poster, ispirati ai suoi film più celebri. Un omaggio al regista inglese che ha rivoluzionato il cinema con la sua capacità di trasformare ogni suo film in un viaggio nelle più oscure profondità dell’animo umano, rivelando come il vero terrore si nasconda dietro una maschera di normalità.

Sono innumerevoli gli ambiti influenzati dal regista inglese, in una sorta di “stile Hitchcock” riconoscibile trasversalmente in tutti i campi artistici: dai videogiochi – la serie action “Hitman” – ai fumetti – la pubblicazione crime “The Fade Out”; dall’arte contemporanea – dell’artista multimediale belga Johan Grimonprez l’installazione “Looking for Alfred”, per non parlare delle contaminazioni con l’arte del pittore surrealista Salvador Dalì – al design – il decor di molti degli interni dei suoi film sono stati di ispirazione a importanti interior designer; dalla letteratura – autori del calibro di Stephen King e Patricia Highsmith riconoscono in Hitchcock un maestro di suspence e psicologia umana – alla moda – le sue attrici, da Kim Novak a Grace Kelly, da Tippi Hedren a Janet Leigh, sono diventate vere e proprie icone di stile grazie ai raffinati abiti e alle elaborate acconciature ideate da Hitchcock in collaborazione con l’eclettica costumista Edith Head, tanto da influenzare negli anni le collezioni di stilisti come Alexander McQueen, Miuccia Prada e Christian Dior.

Foto alternative movie poster del film La donna che visse due volte | Joseph Chang | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano

UNO SPACCATO DELLA SOCIETÀ AMERICANA

I film omaggiati dalle opere in mostra rivelano uno spaccato sociale della società americana, a cui Hitchcock ha sempre dedicato un’attenta e quanto mai attuale analisi: emblematiche due pellicole come “La finestra sul cortile” e “Psyco”: se la prima rivela il cambiamento in atto in una società che ha perso ogni elemento di vita comune la seconda affronta il tema della lotta di classe.

In mostra opere grafiche di artisti internazionali che si sono dovuti confrontare, da un lato, con l’eredità dei film di Hitchcock e, dall’altro, con quella di chi con lui si è misurato prima di loro: basti pensare al celebre illustratore statunitense Saul Bass, autore sia dell’iconica locandina de “La donna che visse due volte” che dei titoli di testa di questa e di altre due pietre miliari del cinema di Hitchcock come “Intrigo internazionale” e “Psyco”. Proprio la tensione irresistibile che caratterizza “Psyco” ha scatenato la creatività dell’illustratore australiano Nick Charge e del graphic designer francese Melvin Mago, che hanno insistito sugli aspetti più gotici del film. Se invece l’appassionato di mid-century art Todd Alcott ha giocato ironicamente con l’aspetto psichiatrico e “frenologico” del film, Sheila C sceglie il formato orizzontale per dare vita a un destabilizzante e a tratti “diabolico” ritratto di Norman/Anthony Perkins.

Foto alternative movie poster del film Psyco | Micheal Stiles | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano

QUESTIONE DI PROSPETTIVA

A “Gli uccelli” si sono ispirati, per riproporre visivamente il senso di totale vulnerabilità trasmesso dal film, Adam Juresko con un’illustrazione astratta, Max Dalton con un lavoro dalla delirante e divertente follia, Olivier Courbet con un’opera che sfrutta la prospettiva applicando uno stile che imita l’acquerello per creare dinamismo e l’italiano Utopian Movies, il cui approccio sperimentale mescola la creatività umana con le potenzialità tecnologiche offerte dall’Intelligenza Artificiale. Inoltre la pittrice marchigiana Veronica Chessa rende il suo personale omaggio a “Gli uccelli” con un dipinto in acrilico che, attraverso l’iconica configurazione “boule de neige”, materializza con sapienti pennellate la tesissima atmosfera messa in scena da Hitchcock (con un raffinato riferimento alla trama).

La vertigine che si prova davanti a “La donna che visse due volte” è al centro dell’opera di Jonathan Burton, caratterizzata da un tratto bidimensionale, mentre lo sgomento di James Stewart in “La finestra sul cortile” viene ripreso dall’illustratore di Pittsburgh Zeb Love e dalla designer di Brooklyn Katherine Lam i quali, giocando con gli elementi della trama, fanno eco alla tematica su cui ruota l’intero film: siamo noi a osservare il prossimo o è il prossimo a spiare noi?

Foto alternative movie poster del film Psyco | Todd Alcott | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano

TENSIONE COSTANTE

Non sarebbe una mostra su Hitchcock se mancasse all’appello un film come “Intrigo internazionale”, a cui si sono ispirati Joseph Chang, autore di una quadrilogia di opere retro-pop dedicate a Hitchcock e caratterizzate da un mix tra uno stile grafico modernista e un gusto minimalista di stampo orientale, e l’artista di Portland Dakota Randall, che ha ripreso le atmosfere della pellicola con Cary Grant attraverso un’approccio classico e dalle eleganti tonalità color seppia.

Altre due pellicole di fondamentale importanza come “Nodo alla gola” e “L’uomo che sapeva troppo” sono presentate in una chiave nuova e originale dall’illustratore belga Jack Durieux, maestro nell’uso della prospettiva e nel bilanciamento di tonalità calde fredde all’interno delle raffinate serigrafie con cui omaggia anche “Psyco” e “La donna che visse due volte”. In aggiunta, due esempi di come Hitchcock fosse maestro nell’adattare opere letterarie come “I 39 scalini” e “Delitto perfetto” sono state reinterpretati rispettivamente dall’esperto di pop culture Benedict Woodhead – a cui sono sufficienti poche forme in bianco e nero per riportare alla mente in modo preciso e puntuale gli elementi chiave del film – e dal designer londinese Adam Simpson, che si affida invece a un effetto tridimensionale orchestrato su più livelli per rendere graficamente gli scalini che danno il titolo al film stesso.

Foto alternative movie poster del film La donna che visse due volte | Jack Durieux | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano

DUE TRITTICI CINEMATOGRAFICI

Infine due nuclei di opere, a cura rispettivamente dell’artista della Florida Danny Haas e del disegnatore originario delle fiandre Mark Borgions vanno a comporre due trittici rappresentativi tra loro coerenti per stile – nel primo caso per le palette di colore ricercate e i sapienti richiami alle locandine originali dei film, nel secondo per le atmosfere rarefatte e le linee geometriche – e formato.

Tutte le opere esposte in mostra sono in vendita.

Foto alternative movie poster del film La donna che visse due volte | Jonathan Burton | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano

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SOLSTIZIO D’ESTATE: UNA STAGIONE DI CINEMA

SOLSTIZIO D’ESTATE: UNA STAGIONE DI CINEMA

La mostra è a ingresso libero

20 Giugno 2024

Dal 20 giugno (fino al 25 agosto) Soggettiva Gallery presenta Solstizio d’estate: una stagione di cinema. Nel giorno in cui i raggi del sole illuminano la terra come in nessun altro momento dell’anno, la galleria di Via Sottocorno 5a, Milano incentrata sul mondo degli Alternative Movie Poster dedica un approfondimento ai film che proprio alla stagione estiva si avvicinano per ambientazione, colori o atmosfera.

Il periodo in cui la luce del giorno raggiunge il suo apice viene celebrato, per contrasto, da una serie di Alternative Movie Poster ispirati all’oscurità tipica del cinema horror, il più classico dei “generi” cinematografici dell’estate. Diversi i lavori ispirati a un cult come Midsommar, che gioca la proprio forze espressiva proprio sul contrasto luce/ombra: dal fiammeggiante poster dell’illustratrice e gamer spagnola Stella Ygris a quello floreale e dai colori sgargianti della designer multimediale Francesca Pusceddu, fino alla rappresentazione geometrica e quasi mistica del disegnatore scozzese Scott Balmer.

Completano la sezione altre opere ispirate al cinema “del brivido”: tra gli altri, Non aprite quella porta, reinterpretato nel contesto della luce calda di un campo di grano al tramonto dallo scozzese Rich Davies e Sharknado, rivisto in chiave ultra-pop dall’artista e pubblicitario californiano Anthony Petrie.

BARBIE GOES TO L.A

Un altro focus si concentra su opere dalle calde atmosfere tipicamente più estive (e vacanziere). Imperdibile in tal senso Barbie, successo planetario portato sul grande schermo da Greta Gerwig: in mostra la rappresentazione grafica di due “accessori” imprescindibili per gli amanti di Barbie come il Camper da viaggio, al centro del lavoro di Mark Borgions, graphic designer con sede nelle Fiandre e la Casa, ridisegnata dall’inglese George Townley nei toni fosforescenti del rosa.

Dell’illustratore britannico sono presenti anche diverse opere che, attraverso uno stile iperrealista e dai colori cangianti, omaggiano luoghi della città dove “è estate tutto l’anno”, Los Angeles, vero e proprio set cinematografico a cielo aperto: da un diner che diventa simbolo dell’iconico Mulholland Drive di Lynch alla Fox Plaza, resa celebre come Nakatomi Tower da Bruce Willis nel film Die Hard, fino alla Chemosphere, architettura futuristica ritratta da film del calibro di Omicidio a luci rosse di Brian De Palma.

AVVENTURE SOTTO IL SOLE

Non mancheranno i film di avventura, in particolare quelli in cui i colpi di scena si dipanano sotto il sole cocente, spesso in luoghi semi-desertici, come nel caso di Mad Max 2 – Il guerriero della strada, da cui prende spunto Scott Balmer per creare un’illustrazione bidimensionale e dai brillanti colori metallici e di Indiana Jones, che il designer della Virginia Adam Juresko rivisita rappresentando la figura interpretata da Harrison Ford con un’aura “spirituale” che lo avvicina a una sorta di Lawrence d’Arabia. In più due opere adrenaliniche e “assolatissime” ispirate alle peripezie di Thelma & Louise – dell’illustratore milanese Matteo Costa in una reinterpretazione del film in chiave “fumettistica” – e Top Gun, fonte di ispirazione per il texano Casey Callender in una commistione tra il cinema e l’arte del pittore americano Edward Hopper.

Sempre l’ambientazione “estiva” caratterizza alcune dei film presenti in mostra, tratti da opere letterarie di grande successo, per la serie “grandi classici da rileggere sotto l’ombrellone: da Dune – il cui secondo capitolo è da mesi in testa la box office – a cui il designer canadese Kris Miklos dedica uno ritratto color sabbia di Zendaya nei panni di Chani, al “rovente” Lolita, rivisto dal polacco Andrzej Krajewski con un’illustrazione dai colori accesi e dallo stile quasi espressionista, fino all’accecante Assassinio sul Nilo e all’iniziatico Stand by Me, riproposti da Murugiah – illustratore originario dello Sri Lanka – e da House Bear Design studio grafico situato in Arkansas – grazie a opere caratterizzate rispettivamente da atmosfere psichedeliche e da un alto grado di immersività.

I GRANDI MAESTRI

In mostra anche i film di due registi come Hayao Miyazaki e Wes Anderson, che spesso hanno scelto di ambientare le proprie storie durante la bella stagione, vera e propria protagonista dei loro racconti. Di Matteo Costa la brillante locandina alternativa de Il ragazzo e l’airone, pellicola che è valsa al maestro dell’animazione giapponese il suo secondo Premio Oscar; alcuni classici di Miyazaki come La città incanta e Il castello errante di Howl potranno essere riscoperti grazie alle luminose opere rispettivamente di Craig Drake, illustratore con sede a Tokyo e del designer del Costa Rica Fabiocs.

Per quanto riguarda il regista statunitense, in mostra le re-interpretazioni di diversi film tramite cui Anderson ha costruito il suo stile unico: dalle villeggiature alpine al Grand Budapest Hotel – qui la pittrice marchigiana Veronica Chessa ambienta una delle sue boule de neige contenente l’inconfondibile albergo – a Le avventure acquatiche di Steve Zissou – in questo caso è marina l’ambientazione dell’opera ad alto tasso sentimentale che l’illustratore di Los Angeles Josh Set Blake dedica al film –, fino all’esotico Il treno per il Darjeeling e al “campo estivo” di Moonrise Kingdom, ai quali il graphic artist inglese Sam Gilbey dedica due evocativi ritratti dei rispettivi e formidabili cast di attori e attrici.

100 ANNI DI MARLON BRANDO

Infine, non certo per importanza, la ricorrenza dei 20 anni dalla scomparsa del leggendario Marlon Brando, avvenuta il 1 luglio 2004. Per celebrare l’attore statunitense, artefice di innumerevoli performance memorabili, viene esposta una “incandescente” versione di uno dei suo film più iconici, Apocalypse Now, con cui l’artista multidisciplinare svizzero Alberto Russo cattura tutta la potenza distruttiva e l’ambiguità morale messe in scena nel capolavoro di Francis Ford Coppola.

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dal martedì al venerdì dalle 10 alle 20.30
Sabato e Domenica 10-13.30 e 16-19.30

Foto alternative movie poster del film Mulholland Drive | Zita Walker | David Lynch | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Midsommar | Francesca Pusceddu | Ari Aster | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Midsommar (Hills) | Garbhan Gránt | Ari Aster | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Midsommar | Scott Balmer | Ari Aster | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Dune | Murugiah | Denis Villeneuve | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster Stand by me (Train) | Housebear| Stephen King | Rob Reiner | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Midsommar (Bear) | Stella Ygris | Ari Aster | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Non aprite quella porta | Rich Davies | Tobe Hooper | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Barbie | Mark Borgions | Greta Gerwig | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Apocalypse Now | Alberto Russo | Francis Ford Coppola | Soggettiva Gallery Milano

Dal 20 giugno (fino al 25 agosto) Soggettiva Gallery presenta Solstizio d’estate: una stagione di cinema. Nel giorno in cui i raggi del sole illuminano la terra come in nessun altro momento dell’anno, la galleria di Via Sottocorno 5a, Milano incentrata sul mondo degli Alternative Movie Poster dedica un approfondimento ai film che proprio alla stagione estiva si avvicinano per ambientazione, colori o atmosfera.

Il periodo in cui la luce del giorno raggiunge il suo apice viene celebrato, per contrasto, da una serie di Alternative Movie Poster ispirati all’oscurità tipica del cinema horror, il più classico dei “generi” cinematografici dell’estate. Diversi i lavori ispirati a un cult come Midsommar, che gioca la proprio forze espressiva proprio sul contrasto luce/ombra: dal fiammeggiante poster dell’illustratrice e gamer spagnola Stella Ygris a quello floreale e dai colori sgargianti della designer multimediale Francesca Pusceddu, fino alla rappresentazione geometrica e quasi mistica del disegnatore scozzese Scott Balmer.

Completano la sezione altre opere ispirate al cinema “del brivido”: tra gli altri, Non aprite quella porta, reinterpretato nel contesto della luce calda di un campo di grano al tramonto dallo scozzese Rich Davies e Sharknado, rivisto in chiave ultra-pop dall’artista e pubblicitario californiano Anthony Petrie.

Foto alternative movie poster del film Mulholland Drive | Zita Walker | David Lynch | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Barbie | Mark Borgions | Greta Gerwig | Soggettiva Gallery Milano

BARBIE GOES TO L.A

Un altro focus si concentra su opere dalle calde atmosfere tipicamente più estive (e vacanziere). Imperdibile in tal senso Barbie, successo planetario portato sul grande schermo da Greta Gerwig: in mostra la rappresentazione grafica di due “accessori” imprescindibili per gli amanti di Barbie come il Camper da viaggio, al centro del lavoro di Mark Borgions, graphic designer con sede nelle Fiandre e la Casa, ridisegnata dall’inglese George Townley nei toni fosforescenti del rosa.

Dell’illustratore britannico sono presenti anche diverse opere che, attraverso uno stile iperrealista e dai colori cangianti, omaggiano luoghi della città dove “è estate tutto l’anno”, Los Angeles, vero e proprio set cinematografico a cielo aperto: da un diner che diventa simbolo dell’iconico Mulholland Drive di Lynch alla Fox Plaza, resa celebre come Nakatomi Tower da Bruce Willis nel film Die Hard, fino alla Chemosphere, architettura futuristica ritratta da film del calibro di Omicidio a luci rosse di Brian De Palma.

Foto alternative movie poster del film Midsommar | Francesca Pusceddu | Ari Aster | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Midsommar (Hills) | Garbhan Gránt | Ari Aster | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Midsommar | Scott Balmer | Ari Aster | Soggettiva Gallery Milano

AVVENTURE SOTTO IL SOLE

Non mancheranno i film di avventura, in particolare quelli in cui i colpi di scena si dipanano sotto il sole cocente, spesso in luoghi semi-desertici, come nel caso di Mad Max 2 – Il guerriero della strada, da cui prende spunto Scott Balmer per creare un’illustrazione bidimensionale e dai brillanti colori metallici e di Indiana Jones, che il designer della Virginia Adam Juresko rivisita rappresentando la figura interpretata da Harrison Ford con un’aura “spirituale” che lo avvicina a una sorta di Lawrence d’Arabia. In più due opere adrenaliniche e “assolatissime” ispirate alle peripezie di Thelma & Louise – dell’illustratore milanese Matteo Costa in una reinterpretazione del film in chiave “fumettistica” – e Top Gun, fonte di ispirazione per il texano Casey Callender in una commistione tra il cinema e l’arte del pittore americano Edward Hopper.

Sempre l’ambientazione “estiva” caratterizza alcune dei film presenti in mostra, tratti da opere letterarie di grande successo, per la serie “grandi classici da rileggere sotto l’ombrellone: da Dune – il cui secondo capitolo è da mesi in testa la box office – a cui il designer canadese Kris Miklos dedica uno ritratto color sabbia di Zendaya nei panni di Chani, al “rovente” Lolita, rivisto dal polacco Andrzej Krajewski con un’illustrazione dai colori accesi e dallo stile quasi espressionista, fino all’accecante Assassinio sul Nilo e all’iniziatico Stand by Me, riproposti da Murugiah – illustratore originario dello Sri Lanka – e da House Bear Design studio grafico situato in Arkansas – grazie a opere caratterizzate rispettivamente da atmosfere psichedeliche e da un alto grado di immersività.

Foto alternative movie poster del film Dune | Murugiah | Denis Villeneuve | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster Stand by me (Train) | Housebear| Stephen King | Rob Reiner | Soggettiva Gallery Milano

I GRANDI MAESTRI

In mostra anche i film di due registi come Hayao Miyazaki e Wes Anderson, che spesso hanno scelto di ambientare le proprie storie durante la bella stagione, vera e propria protagonista dei loro racconti. Di Matteo Costa la brillante locandina alternativa de Il ragazzo e l’airone, pellicola che è valsa al maestro dell’animazione giapponese il suo secondo Premio Oscar; alcuni classici di Miyazaki come La città incanta e Il castello errante di Howl potranno essere riscoperti grazie alle luminose opere rispettivamente di Craig Drake, illustratore con sede a Tokyo e del designer del Costa Rica Fabiocs.

Per quanto riguarda il regista statunitense, in mostra le re-interpretazioni di diversi film tramite cui Anderson ha costruito il suo stile unico: dalle villeggiature alpine al Grand Budapest Hotel – qui la pittrice marchigiana Veronica Chessa ambienta una delle sue boule de neige contenente l’inconfondibile albergo – a Le avventure acquatiche di Steve Zissou – in questo caso è marina l’ambientazione dell’opera ad alto tasso sentimentale che l’illustratore di Los Angeles Josh Set Blake dedica al film –, fino all’esotico Il treno per il Darjeeling e al “campo estivo” di Moonrise Kingdom, ai quali il graphic artist inglese Sam Gilbey dedica due evocativi ritratti dei rispettivi e formidabili cast di attori e attrici.

Foto alternative movie poster del film Midsommar (Bear) | Stella Ygris | Ari Aster | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Non aprite quella porta | Rich Davies | Tobe Hooper | Soggettiva Gallery Milano

100 ANNI DI MARLON BRANDO

Infine, non certo per importanza, la ricorrenza dei 20 anni dalla scomparsa del leggendario Marlon Brando, avvenuta il 1 luglio 2004. Per celebrare l’attore statunitense, artefice di innumerevoli performance memorabili, viene esposta una “incandescente” versione di uno dei suo film più iconici, Apocalypse Now, con cui l’artista multidisciplinare svizzero Alberto Russo cattura tutta la potenza distruttiva e l’ambiguità morale messe in scena nel capolavoro di Francis Ford Coppola.

Foto alternative movie poster del film Apocalypse Now | Alberto Russo | Francis Ford Coppola | Soggettiva Gallery Milano

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lunedì 13-20.30
martedì e mercoledì 10.30-13.30 e 16-20.30
giovedì 10.30 – 20.30
venerdì e sabato 10.30-13.30 e 16-19.30

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IL VOLTO DEL CINEMA

IL VOLTO DEL CINEMA

La mostra è a ingresso libero

9 Maggio 2024

Soggettiva Gallery dedica un omaggio al ritratto cinematografico, la più recente declinazione di una forma d’arte tra le più antiche mai impiegate dall’uomo per rappresentare sé stesso e la realtà che lo circonda.

Coronando un percorso che nei secoli ha attraversato la storia dell’arte prima, della fotografia poi e infine del cinema, l’esposizione si concentra sul ritratto in quanto strumento tramite il quale i più grandi registi hanno saputo creare un legame emotivo indissolubile con il pubblico, approfittando del grande schermo per infondere ai lineamenti degli attori, catturati da una cinepresa posta a pochi centimetri dai loro volti, una potenza espressiva mai raggiunta da nessun’altra forma artistica.

IL MEGLIO DEL CINEMA OCCIDENTALE

L’esposizione viaggia attraverso attraverso la filmografia di alcuni registi cardine della storia del cinema americano – da Scorsese a Tarantino, dai fratelli Coen fino a Lynch, da Tim Burton a Wes Anderson –, francese – i protagonisti della Nouvelle Vague, Truffaut e Godard –, e italiana – con due maestri internazionalmente riconosciuti come Fellini, Antonioni e Scola.

Dopo un’incursione nella letteratura gotica – con i personaggi di Dracula, Dottor Jekyll e Mr. Hyde e de La moglie di Frankenstein – nel cinema horror – tra gli altri Essi vivono e Il silenzio degli innocenti – e in universo filmico “allucinato” – Trainspotting e Paura e Deliro a Las Vegas – la mostra alcune delle uscite più recenti accolte dal favore di pubblico e critica.

IL CINEMA IN PRIMO PIANO

Dal 9 maggio (fino al 16 giugno) Soggettiva Gallery presenta Il volto del cinema, approfondimento sul ruolo centrale che il ritratto gioca nel rendere un film indimenticabile. Tra i più antichi generi artistici, il ritratto, fin dalla pittura antica, è lo strumento a cui l’essere umano ha affidato la propria auto-rappresentazione, attribuendogli un valore di testimonianza e memoria che si contrappone all’implacabile avanzare del tempo.

Nel tempo il ritratto è stato in grado di restituire la diversa percezione che l’artista e l’essere umano più in generale ha avuto di sé in base alle diverse epoche in cui ha vissuto: fino ad arrivare al XX secolo quando, con l’avvento della psicologia e della psicanalisi, il ritratto è stato visto non solo come raffigurazione oggettiva dell’aspetto esteriore di una persona, ma come vero e proprio specchio soggettivo della sua interiorità: in questo cambiamento epocale un ruolo di primo piano è giocato da nuove invenzioni quali la fotografia e soprattutto il cinema, che, guardando all’uomo attraverso una prospettiva nuova, quella dell’obiettivo della macchina fotografia e della cinepresa, ha stabilito un rapporto del tutto nuovo con il ritratto, permettendo allo spettatore di guardare fuori e dentro i volti inquadrati come mai aveva potuto fare prima.

I MAESTRI DI HOLLYWOOD

Le filmografie attraversate dalle opere in mostra toccano alcuni dei paesi che meglio hanno saputo esprimere un immaginario sotto forma di sequenze cinematografiche, spesso grazie a inquadrature che rappresentano un soggetto in modo estremamente ravvicinato, con un primo o primissimo piano.
Partendo dagli Stati Uniti, culla per eccellenza della settima arte, non mancheranno i film di un colosso del cinema come Martin Scorsese – dai classici come Taxi Driver e Toro Scatenato, i cui protagonisti interpretati da Robert De Niro sono stato reinterpretati rispettivamente dal grafico canadese Samuel Ho e dall’illustratore francese Fredlobo Lopez, fino a pellicole più recenti come L’età dell’innocenza e Killers of the Flower Moon, dove le iconiche Michelle Pfeiffer e Lily Gladstone sono riprese rispettivamente nelle opera di un’artista a tutto tondo come Stefania Gagliano e in quella del pittore e fumettista milanese Matteo Costa – così come le perturbanti pellicole di David Lynch – se da un lato il designer di Washington Jeffrey Everett dedica a tre capolavori come Eraserhead, Velluto blu e Twin Peaks tre ritratti ispirati alle performance musicali che appaiono nei tre film, dall’altro il disegnatore americano Joel Daniel Phillips omaggia lo stesso Lynch con un surreale ritratto in compagnia di una gallina – e i film del maestro del pulp Quentin Tarantino – i protagonisti di un caposaldo del suo cinema come Pulp Fiction e Kill Bill sono re-immaginati dall’art director del Colorado Aaron Lea (con i profili di Uma Thurman e John Travolta che diventano la copertina di due vinili con la colonna sonora del film) e dalla digital artist Cristina Stifanic, mentre il designer irlandese Conor Langton propone un ritratto in grado di catturare l’essenza dello stesso Tarantino.

Saranno presenti anche i film di due innovatori come i fratelli Coen: tra le opere in mostra quelle ispirate a un grande attore come Jeff Bridges, protagonista di due pellicole che hanno ridefinito il cinema di genere, ovvero Il grande Lebowski e Il Grinta: al magico Drugo si ispira il lavoro del graphic designer parigino Malone, mentre lo stralunato sicario Reuben Cogburn viene ritratto di tre quarti dall’illustratore francese Yvan Quinet. Per quanto riguarda le figure più emblematiche messe in scena da Tim Burton e Wes Anderson, si potranno scoprire da un lato personaggi come quelli interpretati da Micheal Keaton in Beetlejuice (a cura di Conor Langton) e quelli di Johnny Depp e Winona Ryder in Edward mani di forbici (ripresi dalla pittrice marchigiana Veronica Chessa in un fiabesco formato boule de neige), dall’altro quelli affidati alla dolce Saoirse Ronan in Grand Budapest Hotel (rivista da Adam Juresko) e all’enigmatica Gwyneth Paltrow ne I Tenenbaum, scelta come soggetto dell’ammaliante lavoro dell’illustratrice Shannon Bonatakis.

UN SALTO IN EUROPA

Facendo un salto dall’altra parte dell’Atlantico, in Europa, saranno presentati alcuni film di due scuole cinematografiche imprescindibili come quella francese e italiana. Per quanto riguarda la Francia, saranno visibili opere che si rifanno al cinema di due mostri sacri della Nouvelle Vague come François Truffaut e Jean-Luc Godard: in omaggio Truffaut saranno esposte due opere ispirate a due film senza tempo come I 400 colpi e Jules e Jim – in cui Jean-Pierre Léaud da un lato e Jeanne Moreau, Oskar Werner e Henri Serre dall’altro sono ridisegnati dal designer della Virginia Adam Juresko –, mentre a Godard sono dedicate – sempre da Juresko – due reinterpretazioni di film unici nel loro genere come Fino all’ultimo respiro, con Jean Seberg rincorsa da Jean-Paul Belmondo, e Questa è la mia vita, con il profilo di Anna Karina che si staglia su di una calcografia in tre sfumature.

Varcando i confini italiani, si potranno scoprire i film di tre autori nel vero senso della parola come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e Ettore Scola. Se Fellini sarà presente con un penetrante ritratto del maestro dell’illustrazione polacca Waldemar Świerzy e con una rivisitazione de La dolce vita di Adam Juresko in cui Marcello Mastroianni e Anita Ekberg sono ripresi in un’opera dalle tinte scure e dal sapore “jazz”, Antonioni sarà rappresentato da uno dei suoi film più evocativi, Blow Up, in cui è il protagonista interpretato da David Hemmings a riprenderci con la sua macchina fotografica, mentre Scola sarà presente con Una giornata particolare, un classico senza tempo immortalato da Matteo Costa con uno struggente ritratto di Sophia Loren e Marcello Mastroianni.

CINEMA “DA BRIVIDI”

Per quanto riguarda i ritratti ispirati al mondo del “brivido, le opere esposte seguiranno tre filoni: quello delle pellicole tratte dalla letteratura gotica – tre icone come Dracula (nella versione diretta da Francis Ford Coppola e interpretata da Keanu Reeves), Dottor Jekyll e Mr. Hyde e La moglie di Frankenstein sono reinterpretate rispettivamente dall’artista grafico della Pennsylvania Death Kat Design, dall’illustratore newyorchese Timothy Pittides e dal disegnatore veneto Le Nevralgie Costanti – quello dei film horror – su tutti Essi Vivono di John Carpenter e un classico come Il silenzio degli innocenti, omaggiati dal motion designer californiano Hanzel Haro e da Yvan Quinet – e quello caratterizzato da pellicole dalle atmosfere e dai personaggi a dir poco allucinati, come Trainspotting – a cui si è ispirato l’illustratore inglese Scott Balmer – e Paura e delirio a Las Vegas – ad opera del graphic designer Gibson Graphix.

I SUCCESSI DEGLI ULTIMI MESI

Infine un focus sarà rivolto alle uscite cinematografiche più recenti che si sono distinte per la critica favorevole – come nel caso di Past Lives, che Matteo Costa ripensa rappresentando i due protagonisti Greta Lee e Teo Yoo che si guardano in un gioco di rimandi temporali e geografici – per il grande successo al botteghino – come è successo a Dune – Parte 2, rivisto da Kris Miklos con un ritratto di Zendaya dalle tinte color sabbia – e a Povere Creature, trionfatore alla Mostra del Cinema di Venezia e agli Oscar, di cui Matteo Costa ha realizzato un’opera che esalta la performance di Emma Stone, premiata a Hollywood con la statuetta per la Miglior attrice protagonista.

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Orari di apertura:

dal martedì al venerdì dalle 10 alle 20.30
Sabato e Domenica 10-13.30 e 16-19.30

Foto alternative movie poster del film Il grande Lebowski (blue) | Malone | Coen | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster di Dracula | Gibson Graphix | Death Kat Design | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster de Il silenzio degli innocenti | Yvan Quinet | Jonathan Demme | Soggettiva Gallery Milano
Alternative movie poster Thumbellina | | Shannon Bonatakis | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Questa è la mia vita (coral) | Adam Juresko | Jean-Luc Godard | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Velluto blu | Jeffrey Everett |  | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Una giornata particolare | Matteo Costa | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Dottor Jekill e Mr. Hyde | Timothy Pittides | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Trainspotting | Scott Balmer | Danny Boyle | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Dune | Murugiah | Denis Villeneuve | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster di Paura e delirio a Las Vegas | Gibson Graphix | Alfred Hitchcock | Soggettiva Gallery Milano

Soggettiva Gallery dedica un omaggio al ritratto cinematografico, la più recente declinazione di una forma d’arte tra le più antiche mai impiegate dall’uomo per rappresentare sé stesso e la realtà che lo circonda.

Coronando un percorso che nei secoli ha attraversato la storia dell’arte prima, della fotografia poi e infine del cinema, l’esposizione si concentra sul ritratto in quanto strumento tramite il quale i più grandi registi hanno saputo creare un legame emotivo indissolubile con il pubblico, approfittando del grande schermo per infondere ai lineamenti degli attori, catturati da una cinepresa posta a pochi centimetri dai loro volti, una potenza espressiva mai raggiunta da nessun’altra forma artistica.

Foto alternative movie poster del film Il grande Lebowski (blue) | Malone | Coen | Soggettiva Gallery Milano

IL MEGLIO DEL CINEMA OCCIDENTALE

L’esposizione viaggia attraverso attraverso la filmografia di alcuni registi cardine della storia del cinema americano – da Scorsese a Tarantino, dai fratelli Coen fino a Lynch, da Tim Burton a Wes Anderson –, francese – i protagonisti della Nouvelle Vague, Truffaut e Godard –, e italiana – con due maestri internazionalmente riconosciuti come Fellini, Antonioni e Scola.

Dopo un’incursione nella letteratura gotica – con i personaggi di Dracula, Dottor Jekyll e Mr. Hyde e de La moglie di Frankenstein – nel cinema horror – tra gli altri Essi vivono e Il silenzio degli innocenti – e in universo filmico “allucinato” – Trainspotting e Paura e Deliro a Las Vegas – la mostra alcune delle uscite più recenti accolte dal favore di pubblico e critica.

Foto alternative movie poster di Dracula | Gibson Graphix | Death Kat Design | Soggettiva Gallery Milano

IL CINEMA IN PRIMO PIANO

Dal 9 maggio (fino al 16 giugno) Soggettiva Gallery presenta Il volto del cinema, approfondimento sul ruolo centrale che il ritratto gioca nel rendere un film indimenticabile. Tra i più antichi generi artistici, il ritratto, fin dalla pittura antica, è lo strumento a cui l’essere umano ha affidato la propria auto-rappresentazione, attribuendogli un valore di testimonianza e memoria che si contrappone all’implacabile avanzare del tempo.

Nel tempo il ritratto è stato in grado di restituire la diversa percezione che l’artista e l’essere umano più in generale ha avuto di sé in base alle diverse epoche in cui ha vissuto: fino ad arrivare al XX secolo quando, con l’avvento della psicologia e della psicanalisi, il ritratto è stato visto non solo come raffigurazione oggettiva dell’aspetto esteriore di una persona, ma come vero e proprio specchio soggettivo della sua interiorità: in questo cambiamento epocale un ruolo di primo piano è giocato da nuove invenzioni quali la fotografia e soprattutto il cinema, che, guardando all’uomo attraverso una prospettiva nuova, quella dell’obiettivo della macchina fotografia e della cinepresa, ha stabilito un rapporto del tutto nuovo con il ritratto, permettendo allo spettatore di guardare fuori e dentro i volti inquadrati come mai aveva potuto fare prima.

Foto alternative movie poster de Il silenzio degli innocenti | Yvan Quinet | Jonathan Demme | Soggettiva Gallery Milano

I MAESTRI DI HOLLYWOOD

Le filmografie attraversate dalle opere in mostra toccano alcuni dei paesi che meglio hanno saputo esprimere un immaginario sotto forma di sequenze cinematografiche, spesso grazie a inquadrature che rappresentano un soggetto in modo estremamente ravvicinato, con un primo o primissimo piano.
Partendo dagli Stati Uniti, culla per eccellenza della settima arte, non mancheranno i film di un colosso del cinema come Martin Scorsese – dai classici come Taxi Driver e Toro Scatenato, i cui protagonisti interpretati da Robert De Niro sono stato reinterpretati rispettivamente dal grafico canadese Samuel Ho e dall’illustratore francese Fredlobo Lopez, fino a pellicole più recenti come L’età dell’innocenza e Killers of the Flower Moon, dove le iconiche Michelle Pfeiffer e Lily Gladstone sono riprese rispettivamente nelle opera di un’artista a tutto tondo come Stefania Gagliano e in quella del pittore e fumettista milanese Matteo Costa – così come le perturbanti pellicole di David Lynch – se da un lato il designer di Washington Jeffrey Everett dedica a tre capolavori come Eraserhead, Velluto blu e Twin Peaks tre ritratti ispirati alle performance musicali che appaiono nei tre film, dall’altro il disegnatore americano Joel Daniel Phillips omaggia lo stesso Lynch con un surreale ritratto in compagnia di una gallina – e i film del maestro del pulp Quentin Tarantino – i protagonisti di un caposaldo del suo cinema come Pulp Fiction e Kill Bill sono re-immaginati dall’art director del Colorado Aaron Lea (con i profili di Uma Thurman e John Travolta che diventano la copertina di due vinili con la colonna sonora del film) e dalla digital artist Cristina Stifanic, mentre il designer irlandese Conor Langton propone un ritratto in grado di catturare l’essenza dello stesso Tarantino.

Saranno presenti anche i film di due innovatori come i fratelli Coen: tra le opere in mostra quelle ispirate a un grande attore come Jeff Bridges, protagonista di due pellicole che hanno ridefinito il cinema di genere, ovvero Il grande Lebowski e Il Grinta: al magico Drugo si ispira il lavoro del graphic designer parigino Malone, mentre lo stralunato sicario Reuben Cogburn viene ritratto di tre quarti dall’illustratore francese Yvan Quinet. Per quanto riguarda le figure più emblematiche messe in scena da Tim Burton e Wes Anderson, si potranno scoprire da un lato personaggi come quelli interpretati da Micheal Keaton in Beetlejuice (a cura di Conor Langton) e quelli di Johnny Depp e Winona Ryder in Edward mani di forbici (ripresi dalla pittrice marchigiana Veronica Chessa in un fiabesco formato boule de neige), dall’altro quelli affidati alla dolce Saoirse Ronan in Grand Budapest Hotel (rivista da Adam Juresko) e all’enigmatica Gwyneth Paltrow ne I Tenenbaum, scelta come soggetto dell’ammaliante lavoro dell’illustratrice Shannon Bonatakis.

Alternative movie poster Thumbellina | | Shannon Bonatakis | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Velluto blu | Jeffrey Everett |  | Soggettiva Gallery Milano

UN SALTO IN EUROPA

Facendo un salto dall’altra parte dell’Atlantico, in Europa, saranno presentati alcuni film di due scuole cinematografiche imprescindibili come quella francese e italiana. Per quanto riguarda la Francia, saranno visibili opere che si rifanno al cinema di due mostri sacri della Nouvelle Vague come François Truffaut e Jean-Luc Godard: in omaggio Truffaut saranno esposte due opere ispirate a due film senza tempo come I 400 colpi e Jules e Jim – in cui Jean-Pierre Léaud da un lato e Jeanne Moreau, Oskar Werner e Henri Serre dall’altro sono ridisegnati dal designer della Virginia Adam Juresko –, mentre a Godard sono dedicate – sempre da Juresko – due reinterpretazioni di film unici nel loro genere come Fino all’ultimo respiro, con Jean Seberg rincorsa da Jean-Paul Belmondo, e Questa è la mia vita, con il profilo di Anna Karina che si staglia su di una calcografia in tre sfumature.

Varcando i confini italiani, si potranno scoprire i film di tre autori nel vero senso della parola come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e Ettore Scola. Se Fellini sarà presente con un penetrante ritratto del maestro dell’illustrazione polacca Waldemar Świerzy e con una rivisitazione de La dolce vita di Adam Juresko in cui Marcello Mastroianni e Anita Ekberg sono ripresi in un’opera dalle tinte scure e dal sapore “jazz”, Antonioni sarà rappresentato da uno dei suoi film più evocativi, Blow Up, in cui è il protagonista interpretato da David Hemmings a riprenderci con la sua macchina fotografica, mentre Scola sarà presente con Una giornata particolare, un classico senza tempo immortalato da Matteo Costa con uno struggente ritratto di Sophia Loren e Marcello Mastroianni.

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CINEMA “DA BRIVIDI”

Per quanto riguarda i ritratti ispirati al mondo del “brivido, le opere esposte seguiranno tre filoni: quello delle pellicole tratte dalla letteratura gotica – tre icone come Dracula (nella versione diretta da Francis Ford Coppola e interpretata da Keanu Reeves), Dottor Jekyll e Mr. Hyde e La moglie di Frankenstein sono reinterpretate rispettivamente dall’artista grafico della Pennsylvania Death Kat Design, dall’illustratore newyorchese Timothy Pittides e dal disegnatore veneto Le Nevralgie Costanti – quello dei film horror – su tutti Essi Vivono di John Carpenter e un classico come Il silenzio degli innocenti, omaggiati dal motion designer californiano Hanzel Haro e da Yvan Quinet – e quello caratterizzato da pellicole dalle atmosfere e dai personaggi a dir poco allucinati, come Trainspotting – a cui si è ispirato l’illustratore inglese Scott Balmer – e Paura e delirio a Las Vegas – ad opera del graphic designer Gibson Graphix.

Foto alternative movie poster del film Dottor Jekill e Mr. Hyde | Timothy Pittides | Soggettiva Gallery Milano
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I SUCCESSI DEGLI ULTIMI MESI

Infine un focus sarà rivolto alle uscite cinematografiche più recenti che si sono distinte per la critica favorevole – come nel caso di Past Lives, che Matteo Costa ripensa rappresentando i due protagonisti Greta Lee e Teo Yoo che si guardano in un gioco di rimandi temporali e geografici – per il grande successo al botteghino – come è successo a Dune – Parte 2, rivisto da Kris Miklos con un ritratto di Zendaya dalle tinte color sabbia – e a Povere Creature, trionfatore alla Mostra del Cinema di Venezia e agli Oscar, di cui Matteo Costa ha realizzato un’opera che esalta la performance di Emma Stone, premiata a Hollywood con la statuetta per la Miglior attrice protagonista.

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Sabato e Domenica 10-13.30 e 16-19.30

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AMERICAN MOVIE PLACES

AMERICAN MOVIE PLACES

La mostra è a ingresso libero

29 Marzo 2024

Soggettiva Gallery dedica, in occasione del Salone del Mobile (16-21 aprile) e dell’uscita di un film sul celebre pittore Edward Hopper, un approfondimento su due luoghi simbolo del cinema americano e mondiale, New York e Los Angeles. Per farlo prende in prestito due forme artistiche altre rispetto alla Settima Arte: l’arte e l’architettura. 

Da un lato infatti Nighthawks di Edward Hopper – pittore “cinematografico” per eccellenza  (influenzò molti registi tra cui Alfred Hitchcock e David Lynch) a cui è dedicato il documentario Hopper. Una storia d’amore americana, in uscita il 9 e 10 aprile – viene reinterpretato dall’illustratore texano Casey Callender che inserisce al suo interno i più iconici protagonisti del cinema: da Batman a Il grande Lebowski, da Blade Runner a Il Padrino, da Terminator a Matrix, da Ghostbusters a Beetlejuice. 

Dall’altro le architetture di Los Angeles rappresentano una fonte di ispirazione essenziale per l’artista inglese George Townley, il cui incontro con L.A ha dato vita a una serie di opere che ritraggono luoghi ordinari – spesso resi straordinari da avvenimenti a cui il cinema fa sfondo, su tutti il The Viper Room, legato al tragico destino di River Phoenix – così come set di film  di culto – da Pearl Harbour a I Simpson, da La La Land a Don’t Worry Darling e Karate Kid, da Barbie a Il cavaliere oscuro – Il Ritorno.

IL CINEMA IN VETRINA A NEW YORK

A New York, in particolare a un classico diner americano sulla Greenwich Avenue, si ispira uno dei dipinti più importanti di tutto il XX secolo, Nighthawks di Edward Hopper, opera che trascende il tempo e lo spazio di un pittore che, con le sue opere, ha messo in scena sia l’architettura che i paesaggi, sia reali che dell’anima, che contraddistinguono le infinite sfumature di una paese sfaccettato come Stati Uniti. All’iconica immagine generata da Hopper si ispira l’illustratore texano Casey Callender, che, reinterpretandola, la trasforma in un set cinematografico in grado di accogliere i protagonisti dei film che hanno segnato il nostro immaginario, come la scena di un film illuminata dal migliore dei fotografi e arredata dal più meticoloso degli scenografi.

Gli “interpreti principali” di questa scena sono seduti al bancone come comuni avventori; non fosse altro che dalla vetrina del locale si intravede in strada la terrificante creatura extra-terrestre di Alien (Ridley Scott), uno degli strampalati esseri che popolando il burtoniano mondo di Beetlejuice, l’iconica Batmobile parcheggiata alle spalle di Batman così come i letali aeroplani pilotati da Tom Cruise in Top Gun. In alcuni casi il locale dipinto da Hopper viene trasportato da Callender interamente in un’altra dimensione: che si tratti della realtà paranormale dei Ghostbusters – a seguito dell’esplosione di Stay Puft, con gli acchiappa-fantasmi ricoperti dalla soffice pasta di marshmellow di cui è fatto il gigantesco ectoplasma – o quella simulata di Matrix con Neo e Morpheus immersi in un flusso di codici alfa-numerici che compongono quello che noi crediamo essere il mondo reale –, il risultato è sempre incredibilmente affascinante e fonte di infiniti spunti interpretativi per gli appassionati della pittura di Edwardo Hooper e soprattutto del grande cinema.

CALIFORNIA DREAMING

Facendo un salto sull’altra costa degli Stati Uniti, a Los Angeles, l’incontro con il cinema è semplicemente inevitabile, tanto questa città è permeata di quell’immaginario filmico che l’industria hollywoodiana ha saputo esportare in tutto il mondo. É in tal senso una vera e propria ossessione quella sviluppata dall’artista di Londra George Townley per la luce calda e soffusa e i colori saturi che rendono unica l’atmosfera californiana.

I luoghi che hanno ispirato Townley vanno dall’El Rey Theatre – storico cinema e landmark art deco costruito nel 1936 Dove hanno suonato tra gli altri Bob Dylan, Billie Eilish, Kendrick Lamar e molti altri – alla Fox Plaza – resa celebre come Nakatomi Tower da Die Hard con Bruce Willis – dal Lighthouse Cafe – vero jazz cafe al cui interno è stata girata la scena di La La Land in cui Ryan Gosling incontra John Legend – fino al Griffith Observatory – icona di Los Angeles e set di innumerevoli film tra cui Gioventù bruciata, Yes Man e Terminator – e al set che riproduce la casa di Barbie, realizzato il 20% più piccolo di un’edificio tradizionale per conferirgli un’aurea da vera casa delle bambole.

Tra le location ritratte da Townely non poteva mancare la Mulholland Drive, conosciuta in tutto il mondo grazie al geniale e omonimo film di David Lynch: se infatti Townley inserisce un chiaro riferimento al regista di Twin Peaks in un diner da lui reinterpretato, un altro richiamo a questo luogo simbolico si trova nella Chemosphere, inedita abitazione a forma di astronave progettata dall’architetto californiano John Lautner e posta pochi metri dalla Mulholland Drive. 

ENNIS HOUSE E ALTRE GRANDI ARCHITETTURE DI L.A

Un focus è quindi dedicato ai grandi architetti che hanno lasciato il segno nello skyline di Los Angeles: dalla spettacolare Ennis House – per cui il celebre architetto Frank Lloyd Wright si è ispirato alle costruzioni dell’antica civiltà Inca – impiegata che set della futuristica città ritratta in Blade Runner, alla Kaufmann House disegnata dal progettista austriaco Richard Neutra, le cui linee geometriche immerse nella rigogliosa natura di Palm Springs appaiono sullo sfondo del film Don’t Worry Darling.

TUTTO COMINCIÒ A HOLLYWOOD

Infine, le opere di Townley si rifanno anche a luoghi ordinari: che si tratti del Georgian Hotel, che negli anni ha ospitato star del calibro di Charlie Chaplin e Clark Gable, o della catena di fast food californiana In n’ Out ripresa mentre un aereo partito dall’aeroporto LAX la sorvola, o ancora del The Viper Room, locale diventato testimone involontario di un evento tragico come la prematura scomparsa dell’attore River Phoenix, il fascino di Hollywood è sempre presente, quasi che una città come Los Angeles, anche nei suoi angoli meno glamour, fosse in grado di risvegliare in chi la osserva il desiderio di rivivere quelle storie che, partendo dalla “cruda” realtà, sono diventate sostanza stessa dei sogni che il cinema ci ispira.

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Sabato e Domenica 10-13.30 e 16-19.30

Foto alternative movie poster del film Gioventù bruciata di Nicholas Ray | George Townley | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Batman (Hopper) | Casey Callender | Tim Burton | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Matrix | Casey Callender | Andy e Larry Wachowski | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Ghostbusters (Marshmallow) | Casey Callender | Ivan Reitman | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Alien (Hopper) | Casey Callender | Ridley Scott | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Il grande Lebowski (Hopper) | Casey Callender | Joel Coen | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster de El Rey Theatre (La La Land) | George Townley | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Mulholland Drive di David Lynch | George Townley | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster de ENNIS HOUSE | George Townley | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster de The Viper Room | George Townley | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster de The Georgian Hotel | George Townley | Soggettiva Gallery Milano

Soggettiva Gallery dedica, in occasione del Salone del Mobile (16-21 aprile) e dell’uscita di un film sul celebre pittore Edward Hopper, un approfondimento su due luoghi simbolo del cinema americano e mondiale, New York e Los Angeles. Per farlo prende in prestito due forme artistiche altre rispetto alla Settima Arte: l’arte e l’architettura. 

Foto alternative movie poster del film Batman (Hopper) | Casey Callender | Tim Burton | Soggettiva Gallery Milano

Da un lato infatti Nighthawks di Edward Hopper – pittore “cinematografico” per eccellenza  (influenzò molti registi tra cui Alfred Hitchcock e David Lynch) a cui è dedicato il documentario Hopper. Una storia d’amore americana, in uscita il 9 e 10 aprile – viene reinterpretato dall’illustratore texano Casey Callender che inserisce al suo interno i più iconici protagonisti del cinema: da Batman a Il grande Lebowski, da Blade Runner a Il Padrino, da Terminator a Matrix, da Ghostbusters a Beetlejuice. 

Foto alternative movie poster del film Gioventù bruciata di Nicholas Ray | George Townley | Soggettiva Gallery Milano

Dall’altro le architetture di Los Angeles rappresentano una fonte di ispirazione essenziale per l’artista inglese George Townley, il cui incontro con L.A ha dato vita a una serie di opere che ritraggono luoghi ordinari – spesso resi straordinari da avvenimenti a cui il cinema fa sfondo, su tutti il The Viper Room, legato al tragico destino di River Phoenix – così come set di film  di culto – da Pearl Harbour a I Simpson, da La La Land a Don’t Worry Darling e Karate Kid, da Barbie a Il cavaliere oscuro – Il Ritorno.

Foto alternative movie poster del film Matrix | Casey Callender | Andy e Larry Wachowski | Soggettiva Gallery Milano

IL CINEMA IN VETRINA A NEW YORK

A New York, in particolare a un classico diner americano sulla Greenwich Avenue, si ispira uno dei dipinti più importanti di tutto il XX secolo, Nighthawks di Edward Hopper, opera che trascende il tempo e lo spazio di un pittore che, con le sue opere, ha messo in scena sia l’architettura che i paesaggi, sia reali che dell’anima, che contraddistinguono le infinite sfumature di una paese sfaccettato come Stati Uniti. All’iconica immagine generata da Hopper si ispira l’illustratore texano Casey Callender, che, reinterpretandola, la trasforma in un set cinematografico in grado di accogliere i protagonisti dei film che hanno segnato il nostro immaginario, come la scena di un film illuminata dal migliore dei fotografi e arredata dal più meticoloso degli scenografi.

Foto alternative movie poster del film Ghostbusters (Marshmallow) | Casey Callender | Ivan Reitman | Soggettiva Gallery Milano

Gli “interpreti principali” di questa scena sono seduti al bancone come comuni avventori; non fosse altro che dalla vetrina del locale si intravede in strada la terrificante creatura extra-terrestre di Alien (Ridley Scott), uno degli strampalati esseri che popolando il burtoniano mondo di Beetlejuice, l’iconica Batmobile parcheggiata alle spalle di Batman così come i letali aeroplani pilotati da Tom Cruise in Top Gun.

Foto alternative movie poster del film Alien (Hopper) | Casey Callender | Ridley Scott | Soggettiva Gallery Milano

In alcuni casi il locale dipinto da Hopper viene trasportato da Callender interamente in un’altra dimensione: che si tratti della realtà paranormale dei Ghostbusters – a seguito dell’esplosione di Stay Puft, con gli acchiappa-fantasmi ricoperti dalla soffice pasta di marshmellow di cui è fatto il gigantesco ectoplasma – o quella simulata di Matrix con Neo e Morpheus immersi in un flusso di codici alfa-numerici che compongono quello che noi crediamo essere il mondo reale –, il risultato è sempre incredibilmente affascinante e fonte di infiniti spunti interpretativi per gli appassionati della pittura di Edwardo Hooper e soprattutto del grande cinema.

Foto alternative movie poster del film Il grande Lebowski (Hopper) | Casey Callender | Joel Coen | Soggettiva Gallery Milano

CALIFORNIA DREAMING

Facendo un salto sull’altra costa degli Stati Uniti, a Los Angeles, l’incontro con il cinema è semplicemente inevitabile, tanto questa città è permeata di quell’immaginario filmico che l’industria hollywoodiana ha saputo esportare in tutto il mondo. É in tal senso una vera e propria ossessione quella sviluppata dall’artista di Londra George Townley per la luce calda e soffusa e i colori saturi che rendono unica l’atmosfera californiana.

Foto alternative movie poster de El Rey Theatre (La La Land) | George Townley | Soggettiva Gallery Milano

I luoghi che hanno ispirato Townley vanno dall’El Rey Theatre – storico cinema e landmark art deco costruito nel 1936 Dove hanno suonato tra gli altri Bob Dylan, Billie Eilish, Kendrick Lamar e molti altri – alla Fox Plaza – resa celebre come Nakatomi Tower da Die Hard con Bruce Willis – dal Lighthouse Cafe – vero jazz cafe al cui interno è stata girata la scena di La La Land in cui Ryan Gosling incontra John Legend – fino al Griffith Observatory – icona di Los Angeles e set di innumerevoli film tra cui Gioventù bruciata, Yes Man e Terminator – e al set che riproduce la casa di Barbie, realizzato il 20% più piccolo di un’edificio tradizionale per conferirgli un’aurea da vera casa delle bambole.

Foto alternative movie poster del film Mulholland Drive di David Lynch | George Townley | Soggettiva Gallery Milano

Tra le location ritratte da Townley non poteva mancare la Mulholland Drive, conosciuta in tutto il mondo grazie al geniale e omonimo film di David Lynch: se infatti Townley inserisce un chiaro riferimento al regista di Twin Peaks in un diner da lui reinterpretato, un altro richiamo a questo luogo simbolico si trova nella Chemosphere, inedita abitazione a forma di astronave progettata dall’architetto californiano John Lautner e posta pochi metri dalla Mulholland Drive. 

Foto alternative movie poster de Lighthouse Cafè | George Townley | Soggettiva Gallery Milano

ENNIS HOUSE E ALTRE GRANDI ARCHITETTURE DI L.A

Un focus è quindi dedicato ai grandi architetti che hanno lasciato il segno nello skyline di Los Angeles: dalla spettacolare Ennis House – per cui il celebre architetto Frank Lloyd Wright si è ispirato alle costruzioni dell’antica civiltà Inca – impiegata che set della futuristica città ritratta in Blade Runner, alla Kaufmann House disegnata dal progettista austriaco Richard Neutra, le cui linee geometriche immerse nella rigogliosa natura di Palm Springs appaiono sullo sfondo del film Don’t Worry Darling.

Foto alternative movie poster de ENNIS HOUSE | George Townley | Soggettiva Gallery Milano

TUTTO COMINCIÒ A HOLLYWOOD

Infine, le opere di Townley si rifanno anche a luoghi ordinari: che si tratti del Georgian Hotel, che negli anni ha ospitato star del calibro di Charlie Chaplin e Clark Gable, o della catena di fast food californiana In n’ Out ripresa mentre un aereo partito dall’aeroporto LAX la sorvola, o ancora del The Viper Room, locale diventato testimone involontario di un evento tragico come la prematura scomparsa dell’attore River Phoenix, il fascino di Hollywood è sempre presente, quasi che una città come Los Angeles, anche nei suoi angoli meno glamour, fosse in grado di risvegliare in chi la osserva il desiderio di rivivere quelle storie che, partendo dalla “cruda” realtà, sono diventate sostanza stessa dei sogni che il cinema ci ispira.

Foto alternative movie poster de The Viper Room | George Townley | Soggettiva Gallery Milano

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3357722437 – 3458463222

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Orari di apertura:

dal martedì al venerdì dalle 10 alle 20.30
Sabato e Domenica 10-13.30 e 16-19.30

Foto alternative movie poster de The Georgian Hotel | George Townley | Soggettiva Gallery Milano
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CINEMATOGRAFICHE

CINEMATO
GRAFICHE

La mostra è a ingresso libero

4 Marzo 2024

Soggettiva Gallery presenta dal 5 marzo al 7 aprile 2024 la nuova mostra:

CINEMATOGRAFICHE

con i poster ispirati alle più grandi attrici e registe di sempre.

Dal 5 marzo al 7 aprile Soggettiva Gallery presenta Cinematografiche, esposizione incentrata sull’importanza della donna nel Cinema. Le opere grafiche esposte in mostra illustrano un percorso di auto-determinazione culminato con Poor Things, film premiato con il Leone d’Oro, interpretato e prodotto da Emma Stone

Da un lato Marilyn Monroe in Gli spostati – film che pose fine alla sua breve quanto sfolgorante ascesa – è protagonista al fianco di Clark Gable nella sognante opera di Cristina Stifanic; dall’altro Adam Juresko rende omaggio a Jane Fonda, indimenticabile esploratrice spaziale con i costumi disegnati da un giovane Paco Rabanne in Barbarella, ruolo prima di lei rifiutato da Virna Lisi e da Brigitte Bardot per la natura sensuale di alcune scene del film.

LA FEMMINILITÀ IN OGNI SUA FORMA

In secondo luogo ampio spazio viene dedicato a figure femminili che hanno brillato anche grazie a ruoli non conformi: dalla ballerina classica assetata di successo portata in scena da Natalie Portman in Il cigno nero – rappresentata dal designer inglese Neil Davies mentre volteggia soave – al simbiotico rapporto che lega Bibi Andersson e Liv Ullmann in Persona

Dalla malinconica quanto carismatica Gwyneth Paltrow nella sua interpretazione di Margot nella famiglia disfunzionale de I Tenenbaum – ridisegnata dall’artista con sede a Denver Shannon Bonatakis e dall’illustratrice polacca Patrycja Podkościelny – fino alla versione della regina di Francia Maria Antonietta impersonata in chiave pop da Kirsten Dunst in Marie Antoinette, re-immaginata da Adam Juresko.

UN MESSAGGIO FEMMINISTA

Non poteva mancare una sezione incentrata sulle donne del cinema portatrici di un messaggio più o meno esplicitamente femminista: dalla muta quanto espressiva incarnazione realizzata da Renée Falconetti in La passione di Giovanna d’Arco – ridisegnata dalla designer di origini cinesi Zi Xu – fino alla performance di Salma Hayek nei panni di Frida, in cui la pittrice messicana Frida Kahlo viene dolcemente rivista tramite tonalità pastello da Le Nevralgie Costanti.

A seguire alcune opere rappresentative dei recenti traguardi raggiunti da film dove le donne ricoprono ruoli di fondamentale importanza: a partire da due pellicole dirette da Greta Gerwig come Piccole donne – a cui si è ispirata l’artista di Los Angeles Nan Lawson – e Barbie – straordinario record di incassi dalle cui scenografie è nato il lavoro che l’illustratore inglese George Townley dedica al film – fino a Poor Things, racconto di auto-determinazione femminile arricchito dall’interpretazione di Emma Stone, qui anche produttrice, protagonista del surreale lavoro dell’artista milanese Matteo Costa.

LA NOUVELLE FEMME

Uno sguardo maschile che ha saputo valorizzare la figura femminile nel cinema è quello di Jean-Luc Godard: a tre suoi film contraddistinti da personaggi femminili in grado di lasciare il segno come la Jean Seberg di Fino all’ultimo respiro e la Anna Karina di La donna è donna e di Questa è la mia vita Adam Juresko dedica tre lavori grafici declinati in immagini dalle diverse colorazioni e grana grazie a tecniche di stampa diverse: la precisissima Fine Art e la calcografia, dall’effetto tanto materico quanto manuale e artigianalmente ricercato.

HOLLYWOOD WOMEN

Infine un approfondimento è riservato alla rappresentazione della donna all’interno di una corrente cinematografica importante come la New Hollywood. Tra gli altri Quentin Tarantino è stato in grado di restituire personaggi complessi, al tempo stesso potenti e vulnerabili: tra questi spicca quello affidato a Pam Grier in Jackie Brown, film omaggiato dai lavoro della digital artist Ellie Lees e dallo statunitense Aaron Lea.

Di Ridley Scott sono presenti tre film che offrono una nuova concezione della donna: Alien – con le opere di Prenzy e Max Dalton Blade Runner – con i lavori di Max Dalton e del francese Guillaume Morellec e Thelma & Louise, con una emblematica opera dello storyteller Justin Froning. Dei fratelli Coen ci sarà Il grinta, in cui il personaggio di Mattie Ross, interpretato da Hailee Steinfield, riveste un ruolo tanto centrale quanto (se non più) quello dello stesso Grinta.

 

NON É UN PAESE PER UOMINI

Proprio al cinema dei fratelli Coen, carico al tempo stesso di violenza e poesia, viene infine dedicata una ricognizione in occasione dell’uscita al cinema, il 7 marzo, di Drive-Away Dolls, scritto e montato da Ethan Coen insieme alla moglie Tricia Cooke e contraddistinto da un cast al femminile in cui spiccano le protagoniste Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan.

La collaborazione tra i fratelli Coen e Tricia Cooke ha radici profonde, che partono fin dal loro terzo film, Crocevia della morte, a cui il graphic designer americano Maxwell Joseph Hargreaves dedica un’opera ad alto tasso di immersività. Oltre ai capolavori come Il grande Lebowski e Fargo, in mostra anche pellicole meno note al grande pubblico come Blood Simple, film d’esordio dei Coen intepretato da una giovane quanto letale Frances McDormand.
 

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Orari di apertura:

dal martedì al venerdì dalle 10 alle 20.30
Sabato e Domenica 10-13.30 e 16-19.30

Foto alternative movie poster de Povere creature | Matteo Costa | Yorgos Lanthimos | Soggettiva Gallery Milano
Alternative movie poster Thumbellina | | Shannon Bonatakis | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Marie Antoinette | Adam Juresko | Sofia Coppola | Soggettiva Gallery Milano
Alternative movie poster di Frida | Julie Taymor | Le Nevralgie Costanti | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Questa è la mia vita (coral) | Adam Juresko | Jean-Luc Godard | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Blade Runner (Smoke) | Max Dalton | Ridley Scott | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Alien (Cat) | Max Dalton | Ridley Scott | Soggettiva Gallery Milano

Dal 5 marzo al 7 aprile Soggettiva Gallery presenta Cinematografiche, esposizione incentrata sull’importanza della donna nel Cinema. Le opere grafiche esposte in mostra illustrano un percorso di auto-determinazione culminato con Poor Things, film premiato con il Leone d’Oro, interpretato e prodotto da Emma Stone

Da un lato Marilyn Monroe in Gli spostati – film che pose fine alla sua breve quanto sfolgorante ascesa – è protagonista al fianco di Clark Gable nella sognante opera di Cristina Stifanic; dall’altro Adam Juresko rende omaggio a Jane Fonda, indimenticabile esploratrice spaziale con i costumi disegnati da un giovane Paco Rabanne in Barbarella, ruolo prima di lei rifiutato da Virna Lisi e da Brigitte Bardot per la natura sensuale di alcune scene del film.

Foto alternative movie poster de Povere creature | Matteo Costa | Yorgos Lanthimos | Soggettiva Gallery Milano

LA FEMMINILITÀ IN OGNI SUA FORMA

In secondo luogo ampio spazio viene dedicato a figure femminili che hanno brillato anche grazie a ruoli non conformi: dalla ballerina classica assetata di successo portata in scena da Natalie Portman in Il cigno nero – rappresentata dal designer inglese Neil Davies mentre volteggia soave – al simbiotico rapporto che lega Bibi Andersson e Liv Ullmann in Persona

Dalla malinconica quanto carismatica Gwyneth Paltrow nella sua interpretazione di Margot nella famiglia disfunzionale de I Tenenbaum – ridisegnata dall’artista con sede a Denver Shannon Bonatakis e dall’illustratrice polacca Patrycja Podkościelny – fino alla versione della regina di Francia Maria Antonietta impersonata in chiave pop da Kirsten Dunst in Marie Antoinette, re-immaginata da Adam Juresko.

Alternative movie poster Thumbellina | | Shannon Bonatakis | Soggettiva Gallery Milano

UN MESSAGGIO FEMMINISTA

Non poteva mancare una sezione incentrata sulle donne del cinema portatrici di un messaggio più o meno esplicitamente femminista: dalla muta quanto espressiva incarnazione realizzata da Renée Falconetti in La passione di Giovanna d’Arco – ridisegnata dalla designer di origini cinesi Zi Xu – fino alla performance di Salma Hayek nei panni di Frida, in cui la pittrice messicana Frida Kahlo viene dolcemente rivista tramite tonalità pastello da Le Nevralgie Costanti.

A seguire alcune opere rappresentative dei recenti traguardi raggiunti da film dove le donne ricoprono ruoli di fondamentale importanza: a partire da due pellicole dirette da Greta Gerwig come Piccole donne – a cui si è ispirata l’artista di Los Angeles Nan Lawson – e Barbie – straordinario record di incassi dalle cui scenografie è nato il lavoro che l’illustratore inglese George Townley dedica al film – fino a Poor Things, racconto di auto-determinazione femminile arricchito dall’interpretazione di Emma Stone, qui anche produttrice, protagonista del surreale lavoro dell’artista milanese Matteo Costa.

Alternative movie poster di Frida | Julie Taymor | Le Nevralgie Costanti | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Marie Antoinette | Adam Juresko | Sofia Coppola | Soggettiva Gallery Milano

LA NOUVELLE FEMME

Uno sguardo maschile che ha saputo valorizzare la figura femminile nel cinema è quello di Jean-Luc Godard: a tre suoi film contraddistinti da personaggi femminili in grado di lasciare il segno come la Jean Seberg di Fino all’ultimo respiro e la Anna Karina di La donna è donna e di Questa è la mia vita Adam Juresko dedica tre lavori grafici declinati in immagini dalle diverse colorazioni e grana grazie a tecniche di stampa diverse: la precisissima Fine Art e la calcografia, dall’effetto tanto materico quanto manuale e artigianalmente ricercato.

Foto alternative movie poster del film Questa è la mia vita (coral) | Adam Juresko | Jean-Luc Godard | Soggettiva Gallery Milano

HOLLYWOOD WOMEN

Infine un approfondimento è riservato alla rappresentazione della donna all’interno di una corrente cinematografica importante come la New Hollywood. Tra gli altri Quentin Tarantino è stato in grado di restituire personaggi complessi, al tempo stesso potenti e vulnerabili: tra questi spicca quello affidato a Pam Grier in Jackie Brown, film omaggiato dai lavoro della digital artist Ellie Lees e dallo statunitense Aaron Lea.

Di Ridley Scott sono presenti tre film che offrono una nuova concezione della donna: Alien – con le opere di Prenzy e Max Dalton Blade Runner – con i lavori di Max Dalton e del francese Guillaume Morellec e Thelma & Louise, con una emblematica opera dello storyteller Justin Froning. Dei fratelli Coen ci sarà Il grinta, in cui il personaggio di Mattie Ross, interpretato da Hailee Steinfield, riveste un ruolo tanto centrale quanto (se non più) quello dello stesso Grinta.

 

Foto alternative movie poster del film Blade Runner (Smoke) | Max Dalton | Ridley Scott | Soggettiva Gallery Milano

NON É UN PAESE PER UOMINI

Proprio al cinema dei fratelli Coen, carico al tempo stesso di violenza e poesia, viene infine dedicata una ricognizione in occasione dell’uscita al cinema, il 7 marzo, di Drive-Away Dolls, scritto e montato da Ethan Coen insieme alla moglie Tricia Cooke e contraddistinto da un cast al femminile in cui spiccano le protagoniste Margaret Qualley e Geraldine Viswanathan.

La collaborazione tra i fratelli Coen e Tricia Cooke ha radici profonde, che partono fin dal loro terzo film, Crocevia della morte, a cui il graphic designer americano Maxwell Joseph Hargreaves dedica un’opera ad alto tasso di immersività. Oltre ai capolavori come Il grande Lebowski e Fargo, in mostra anche pellicole meno note al grande pubblico come Blood Simple, film d’esordio dei Coen intepretato da una giovane quanto letale Frances McDormand.
 

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Orari di apertura:

dal martedì al venerdì dalle 10 alle 20.30
Sabato e Domenica 10-13.30 e 16-19.30

Foto alternative movie poster del film Alien (Cat) | Max Dalton | Ridley Scott | Soggettiva Gallery Milano
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MURUGIAH TRA LE DUNE

MURUGIAH TRA LE DUNE

La mostra è a ingresso libero

21 Febbraio 2024

Soggettiva Gallery presenta da martedì 27 febbraio la nuova mostra 
“Murugiah tra le Dune”
con i poster di Murugiah e altri artisti ispirati alla saga cinematografica con Timothée Chalamet e Zendaya, in concomitanza con l’uscita di Dune: Parte 2

Soggettiva Gallery prosegue la propria programmazione concentrandosi su una delle uscite cinematografiche più attese del 2024, quella di Dune: Parte Due, secondo capitolo della saga diretta da Denis Villeneuve con protagonista un cast stellare guidato da Timothée Chalamet e Zendaya

Il successo del film è così annunciato che la Warners Bros ha già previsto il terzo capitolo: a rendere omaggio alla saga fanta-letteraria sarà l’artista inglese (originario dello Sri Lanka) Murugiah – per la prima volta in Italia – e una selezione di artisti tra cui Adam Juresko, che per la mostra ha creato due versioni di un’opera che si ispira proprio a Dune: Parte Due.

In mostra saranno presentati anche lavori dedicati al primo capitolo, alla versione diretta da David Lynch e al romanzo di Frank Herbert, fonte di ispirazione per tutte le trasposizioni cinematografiche.

Dal 27 febbraio al 24 marzo 2024

“MURUGIAH TRA LE DUNE”

Soggettiva Gallery presenta, da martedì 27 febbraio 2024, la nuova mostra MURUGIAH TRA LE DUNE, la prima esposizione personale italiana mai dedicata a Murugiah, artista originario dello Sri Lanka, cresciuto in Galles e con base a Londra

L’ARTE PSICHEDELICA DI MURUGIAH 

Avendo studiato da architetto, Murugiah ha un modo assolutamente personale di intendere lo spazio: tramite il sapiente uso di una gamma ampissima di tonalità l’artista riesce a superare la bidimensionalità impostagli dal supporto cartaceo, dando vita a universi coloratissimi e quasi psichedelici.

Questo non gli impedisce di rappresentare film di fantascienza o addirittura distopici, (tra i quali La montagna sacra, Doctor Strange nel Multiverso della Follia, 2001: Odissea nello spazio e Arancia meccanica), ma su tutti spicca lo splendido lavoro dedicato al futuro desertico e inospitale di Dune (regia di Denis Villeneuve), il cui secondo capitolo, dopo i sei Oscar del primo, arriverà nella sale italiane dal 28 febbraio.

L’attesa per questo film dal cast stellare – che rivede protagonista Timothée Chalamet affiancato da Zendaya, Josh Brolin, Charlotte Rampling e Javier Bardem e l’aggiunta di nuovi personaggi interpretati Christopher Walken, Florence Pugh, Austin Butler e Léa Seydoux – è tale che Villeneuve, con la Warner Bros, ha già annunciato il terzo capitolo della saga

NON SOLO DUNE 

Altri iridiscenti lavori di Murugiah in mostra comprendono Assassinio sul Nilo – nella versione diretta e interpretata da Kenneth Branagh, in grado di infondere nuova freschezza al personaggio di Agatha Christie – e un’opera dedicata ai Cosplay, ovvero i travestimenti con cui i fan si mettono letteralmente “nei panni” dei loro personaggi cinematografici preferiti indossandone i costumi. Infine il mondo della musica sarà omaggiato con una illustrazione con cui Murugiah celebra la prima volta in cui i Pink Floyd suonarono dal vivo, il 21 gennaio 1972, un album destinato a fare la storia come The Dark Side of the Moon, riprendendone perfettamente gli elementi psichedelici.

DUNE IN OGNI SUA FORMA E COLORE

Saranno presentati anche lavori di altri artisti dedicati a Dune, ispirati sia al romanzo di Frank Herbert da cui è nata la saga cinematografica che tutti conosciamo – come nel caso del poster ideato da Nate Moon Life, designer di Baltimora –, che alla prima trasposizione cinematografica realizzata da David Lynch, ad opera dell’artista polacco Przemek Dębowski. Non mancheranno opere che prendono spunto dai due più recenti capitoli diretti da Denis Villeneuve, rispettivamente re-interpretati da artisti come Kirk Moffatt, creativo e illustratore nord-irlandese, dal designer londinese Kris Miklos e ancora una volta da Adam Juresko, il quale compiendo uno sforzo immaginativo ha realizzato una straordinaria rappresentazione di Dune – Parte 2 che il pubblico potrà apprezzare prima ancora che il film esca nelle sale.

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Sabato e Domenica 10-13.30 e 16-19.30

Foto alternative movie poster del film Dune | Murugiah | Denis Villeneuve | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Arancia meccanica | Murugiah | Stanley Kubrick | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Dune | Murugiah | Denis Villeneuve | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster de THE DARK SIDE OF THE MOON | Murugiah | Pink Floyd | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film DUNE | Kirk Moffatt | Denis Villeneuve | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Dune: Parte Due | Adam Juresko | Denis Villeneuve | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Dune di David Lynch | Przemek Debowski | Soggettiva Gallery Milano

Soggettiva Gallery prosegue la propria programmazione concentrandosi su una delle uscite cinematografiche più attese del 2024, quella di Dune: Parte Due, secondo capitolo della saga diretta da Denis Villeneuve con protagonista un cast stellare guidato da Timothée Chalamet e Zendaya.

Il successo del film è così annunciato che la Warners Bros ha già previsto il terzo capitolo: a rendere omaggio alla saga fanta-letteraria sarà l’artista inglese (originario dello Sri Lanka) Murugiah – per la prima volta in Italia – e una selezione di artisti tra cui Adam Juresko, che per la mostra ha creato due versioni di un’opera che si ispira proprio a Dune: Parte Due.

Foto alternative movie poster del film Dune | Murugiah | Denis Villeneuve | Soggettiva Gallery Milano

In mostra saranno presentati anche lavori dedicati al primo capitolo, alla versione diretta da David Lynch e al romanzo di Frank Herbert, fonte di ispirazione per tutte le trasposizioni cinematografiche.

Da martedì 27 febbraio 2024

“MURUGIAH TRA LE DUNE”

Soggettiva Gallery presenta, da martedì 27 febbraio 2024, la nuova mostra MURUGIAH TRA LE DUNE, la prima esposizione personale italiana mai dedicata a Murugiah, artista originario dello Sri Lanka, cresciuto in Galles e con base a Londra

Foto alternative movie poster del film Arancia meccanica | Murugiah | Stanley Kubrick | Soggettiva Gallery Milano

L’ARTE PSICHEDELICA DI MURUGIAH 

Avendo studiato da architetto, Murugiah ha un modo assolutamente personale di intendere lo spazio: tramite il sapiente uso di una gamma ampissima di tonalità l’artista riesce a superare la bidimensionalità impostagli dal supporto cartaceo, dando vita a universi coloratissimi e quasi psichedelici.

Questo non gli impedisce di rappresentare film di fantascienza o addirittura distopici, (tra i quali La montagna sacra, Doctor Strange nel Multiverso della Follia, 2001: Odissea nello spazio e Arancia meccanica), ma su tutti spicca lo splendido lavoro dedicato al futuro desertico e inospitale di Dune (regia di Denis Villeneuve), il cui secondo capitolo, dopo i sei Oscar del primo, arriverà nella sale italiane dal 28 febbraio.

Foto alternative movie poster del film DUNE | Kirk Moffatt | Denis Villeneuve | Soggettiva Gallery Milano

L’attesa per questo film dal cast stellare – che rivede protagonista Timothée Chalamet affiancato da Zendaya, Josh Brolin, Charlotte Rampling e Javier Bardem e l’aggiunta di nuovi personaggi interpretati Christopher Walken, Florence Pugh, Austin Butler e Léa Seydoux – è tale che Villeneuve, con la Warner Bros, ha già annunciato il terzo capitolo della saga

Foto alternative movie poster de THE DARK SIDE OF THE MOON | Murugiah | Pink Floyd | Soggettiva Gallery Milano

NON SOLO DUNE 

Altri iridiscenti lavori di Murugiah in mostra comprendono Assassinio sul Nilo – nella versione diretta e interpretata da Kenneth Branagh, in grado di infondere nuova freschezza al personaggio di Agatha Christie – e un’opera dedicata ai Cosplay, ovvero i travestimenti con cui i fan si mettono letteralmente “nei panni” dei loro personaggi cinematografici preferiti indossandone i costumi. Infine il mondo della musica sarà omaggiato con una illustrazione con cui Murugiah celebra la prima volta in cui i Pink Floyd suonarono dal vivo, il 21 gennaio 1972, un album destinato a fare la storia come The Dark Side of the Moon, riprendendone perfettamente gli elementi psichedelici.

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DUNE IN OGNI SUA FORMA E COLORE

Saranno presentati anche lavori di altri artisti dedicati a Dune, ispirati sia al romanzo di Frank Herbert da cui è nata la saga cinematografica che tutti conosciamo – come nel caso del poster ideato da Nate Moon Life, designer di Baltimora –, che alla prima trasposizione cinematografica realizzata da David Lynch, ad opera dell’artista polacco Przemek Dębowski. Non mancheranno opere che prendono spunto dai due più recenti capitoli diretti da Denis Villeneuve, rispettivamente re-interpretati da artisti come Kirk Moffatt, creativo e illustratore nord-irlandese, dal designer londinese Kris Miklos e ancora una volta da Adam Juresko, il quale compiendo uno sforzo immaginativo ha realizzato una straordinaria rappresentazione di Dune – Parte 2 che il pubblico potrà apprezzare prima ancora che il film esca nelle sale.

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Sabato e Domenica 10-13.30 e 16-19.30

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CINEMA: UN AMORE SENZA CONFINI

CINEMA: UN AMORE SENZA CONFINI

La mostra è a ingresso libero

6 Febbraio 2024

Soggettiva Gallery presenta da martedì 13 febbraio la nuova mostra:

CINEMA: UN AMORE SENZA CONFINI

con i poster ispirati ai più grandi film d’amore, in occasione di s. valentino 

Soggettiva Gallery presenta, dal 13 febbraio al 3 marzo 2024, la nuova mostra CINEMA: UN AMORE SENZA CONFINI. Un giorno prima di San Valentino, in via Sottocorno 5a, Milano inaugura la mostra incentrata sul sentimento più nobile dell’animo umano. 

Impugnando come sempre la lente d’ingrandimento offerta dal Cinema, l’esposizione proporrà una serie di Alternative Movie Poster che indagano l’amore in ogni sua forma cinematografica, reinterpretando le pellicole che più di tutte hanno saputo mettere in scena questo stato d’animo in modo originale e capace il lasciare il segno nella nostra immaginazione.

AMORE HOLLYWODIANO

All’interno della mostra sarà possibile identificare alcuni nuclei narrativi: occupandosi di film d’amore sarebbe stato impensabile non includere la produzione Hollywoodiana: tra le opere in mostra Casablanca di Micheal Curtiz con la coppia stellare Bogart–Bergman, rivisto in stile pop-art da un Maestro della Scuola polacca del poster come Andrzej Krajewski; un’altra diva indimenticabile con Audrey Hepburn è protagonista di Colazione da Tiffany rappresentata con un insolito formato orizzontale da Max Dalton, artista poliedrico che si divide tra Buenos Aires e Berlino. Immancabile il progenitore di tutte le love story contemporanee, Titanic (regia di James Cameron), ridisegnato ancora da Dalton in stile minimalista. Il colore dorato che caratterizza la splendida fotografia di Days of Heaven di Terrence Malick viene ripreso da Olivier Courbet, artista francese trasferitosi California, nell’elegante lavoro che dedica al film.

A ritmo di musica si muovono invece i poster di Grease e La La Land, rispettivamente ad opera di James Rheem Davis (graphic designer di San Francisco) e di Patrick Connan, illustratore e art director parigino. Due altre pellicole hollywoodiane come Gli spostati – che costituì l’ultima interpretazione sia per Clark Gable che per Marilyn Monroe – e L’età dell’innocenza di Martin Scorsese – con una soave Michelle Pfeiffer – sono state re-immaginate per Soggettiva Gallery rispettivamente da Cristina Stifanic, eclettica artista che ama sperimentare con il digitale, e Stefania Gagliano, che grazie a raffinate tecniche di stampa crea opere uniche e inconfondibili.

I NOSTRI ARTISTI


Due altri artisti con cui Soggettiva Gallery ha collaborato per dare vita a opere in esclusiva sono Adam Juresko, designer originario della Virginia, USA e Silvia Cocomazzi, illustratrice meneghina ed ex-studente della Scuola del Fumetto di Milano. Del primo saranno presenti in mostra cinque lavori, tutti ispirati a grandi amori cinematografici: da Drive, in cui le ombre di Ryan Gosling e Carey Mulligan si incontrano in un tenero bacio, fino all’amore shakespeariano di Cuore selvaggio di David Lynch ripreso da Juresko con colori sgargianti; da American Beauty, dove nei toni del rosso viene citata la celebre scena  del film caratterizzata da una pioggia di rose, fino a Se mi lasci ti cancello, inno romantico all’amor vincit omnia, tradotto dall’artista grazie a eleganti segni grafici. Infine Juresko ha tributato un omaggio in stile fotografico a un classico della Nouvelle Vague come Fino all’ultimo respiro.

Silvia Cocomazzi si è invece concentrata su di un unico quanto iconico regista, ovvero Wong Kar-wai, cineasta originario di Hong Kong diventato celebre per una pellicola che cita l’amore fin dal suo stesso titolo: stiamo parlando di In the Mood for Love, film in grado di evocare questo sentimento con il solo utilizzo della colonna sonora. Oltre a In the Mood for Love Cocomazzi ha rappresentato altri cinque film del regista, da Happy Together a Hong Kong Express, da Fallen Angels a As Tears Go By fino a Days of Being Wild.

AMORE FANTASTICO

Un capitolo a parte viene dedicato a tutti quei film contraddistinti da un amore “extra-ordinario”, che si tratti di pellicole ispirate ai fumetti o con ambientazioni fantascientifiche: a rappresentare il l’amore tra supereroi saranno Spiderman – che il designer californiano Anthony Petrie ritrae mentre tiene in braccio, in una sorta di Pietà rivisitata, l’amante che ha perduto per sua stessa colpa –, e la coppia Batman/Catwoman (regia di Tim Burton), rappresentata dall’illustratore californiano Steven Luros Holliday in una veste inedita e quasi “fetish”. Il mondo della fantascienza si presenta invece sotto le sembianze di lavori ispirati a film-manifesto di un amore insolito ma quanto mai contemporaneo, quello uomo-macchina: Her è stato re-intepretato dall’artista dell’Oregon Raphael Kelly, Blade Runner dal francese Guillaume Morellec e Ex Machina dallo scozzese con base a Brooklyn Rapscallion Art.

Infine una piccola sezione si concentrerà sulla Francia, paese romantico per eccellenza: in mostra i poster di due film come Il favoloso mondo di Amélie – ripensato dall’artista grafico con sede in UK Ruben Ireland e dal polacco Leszek Żebrowski – e Ritratto della giovane in fiamme (regia di Céline Sciamma), a cui l’artista auto-didatta Nan Lawson dedica uno struggente lavoro grafico.

INFORMAZIONI AL PUBBLICO

SOGGETTIVA GALLERY

Via Pasquale Sottocorno 5/A, 20122 Milano

3357722437 – 3458463222

info@soggettivagallery.com 

www.soggettivagallery.com 

Orari di apertura:

dal martedì al venerdì dalle 10 alle 20.30
Sabato e Domenica 10-13.30 e 16-19.30

Soggettiva Gallery presenta, da martedì 13 febbraio 2024, la nuova mostra CINEMA: UN AMORE SENZA CONFINI. Un giorno prima di San Valentino, in via Sottocorno 5a, Milano inaugura la mostra incentrata sul sentimento più nobile dell’animo umano. 

Impugnando come sempre la lente d’ingrandimento offerta dal Cinema, l’esposizione proporrà una serie di Alternative Movie Poster che indagano l’amore in ogni sua forma cinematografica, reinterpretando le pellicole che più di tutte hanno saputo mettere in scena questo stato d’animo in modo originale e capace il lasciare il segno nella nostra immaginazione.

AMORE HOLLYWODIANO

All’interno della mostra sarà possibile identificare alcuni nuclei narrativi: occupandosi di film d’amore sarebbe stato impensabile non includere la produzione Hollywoodiana: tra le opere in mostra Casablanca di Micheal Curtiz con la coppia stellare Bogart–Bergman, rivisto in stile pop-art da un Maestro della Scuola polacca del poster come Andrzej Krajewski; un’altra diva indimenticabile con Audrey Hepburn è protagonista di Colazione da Tiffany rappresentata con un insolito formato orizzontale da Max Dalton, artista poliedrico che si divide tra Buenos Aires e Berlino.

Immancabile il progenitore di tutte le love story contemporanee, Titanic (regia di James Cameron), ridisegnato ancora da Dalton in stile minimalista. Il colore dorato che caratterizza la splendida fotografia di Days of Heaven di Terrence Malick viene ripreso da Olivier Courbet, artista francese trasferitosi California, nell’elegante lavoro che dedica al film.

A ritmo di musica si muovono invece i poster di Grease e La La Land, rispettivamente ad opera di James Rheem Davis (graphic designer di San Francisco) e di Patrick Connan, illustratore e art director parigino. Due altre pellicole hollywoodiane come Gli spostati – che costituì l’ultima interpretazione sia per Clark Gable che per Marilyn Monroe – e L’età dell’innocenza di Martin Scorsese – con una soave Michelle Pfeiffer – sono state re-immaginate per Soggettiva Gallery rispettivamente da Cristina Stifanic, eclettica artista che ama sperimentare con il digitale, e Stefania Gagliano, che grazie a raffinate tecniche di stampa crea opere uniche e inconfondibili.

I NOSTRI ARTISTI

Due altri artisti con cui Soggettiva Gallery ha collaborato per dare vita a opere in esclusiva sono Adam Juresko, designer originario della Virginia, USA e Silvia Cocomazzi, illustratrice meneghina ed ex-studente della Scuola del Fumetto di Milano.

Del primo saranno presenti in mostra cinque lavori, tutti ispirati a grandi amori cinematografici: da Drive, in cui le ombre di Ryan Gosling e Carey Mulligan si incontrano in un tenero bacio, fino all’amore shakespeariano di Cuore selvaggio di David Lynch ripreso da Juresko con colori sgargianti; da American Beauty, dove nei toni del rosso viene citata la celebre scena  del film caratterizzata da una pioggia di rose, fino a Se mi lasci ti cancello, inno romantico all’amor vincit omnia, tradotto dall’artista grazie a eleganti segni grafici. Infine Juresko ha tributato un omaggio in stile fotografico a un classico della Nouvelle Vague come Fino all’ultimo respiro.

Silvia Cocomazzi si è invece concentrata su di un unico quanto iconico regista, ovvero Wong Kar-wai, cineasta originario di Hong Kong diventato celebre per una pellicola che cita l’amore fin dal suo stesso titolo: stiamo parlando di In the Mood for Love, film in grado di evocare questo sentimento con il solo utilizzo della colonna sonora. Oltre a In the Mood for Love Cocomazzi ha rappresentato altri cinque film del regista, da Happy Together a Hong Kong Express, da Fallen Angels a As Tears Go By fino a Days of Being Wild.

AMORE FANTASTICO

Un capitolo a parte viene dedicato a tutti quei film contraddistinti da un amore “extra-ordinario”, che si tratti di pellicole ispirate ai fumetti o con ambientazioni fantascientifiche: a rappresentare il l’amore tra supereroi saranno Spiderman – che il designer californiano Anthony Petrie ritrae mentre tiene in braccio, in una sorta di Pietà rivisitata, l’amante che ha perduto per sua stessa colpa –, e la coppia Batman/Catwoman (regia di Tim Burton), rappresentata dall’illustratore californiano Steven Luros Holliday in una veste inedita e quasi “fetish”. Il mondo della fantascienza si presenta invece sotto le sembianze di lavori ispirati a film-manifesto di un amore insolito ma quanto mai contemporaneo, quello uomo-macchina: Her è stato re-intepretato dall’artista dell’Oregon Raphael Kelly, Blade Runner dal francese Guillaume Morellec e Ex Machina dallo scozzese con base a Brooklyn Rapscallion Art.

Infine una piccola sezione si concentrerà sulla Francia, paese romantico per eccellenza: in mostra i poster di due film come Il favoloso mondo di Amélie – ripensato dall’artista grafico con sede in UK Ruben Ireland e dal polacco Leszek Żebrowski – e Ritratto della giovane in fiamme (regia di Céline Sciamma), a cui l’artista auto-didatta Nan Lawson dedica uno struggente lavoro grafico.

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IL MIO VICINO MIYAZAKI E L’ORIENTE

IL MIO VICINO MIYAZAKI E L’ORIENTE

La mostra è a ingresso libero

22 Dicembre 2023

Soggettiva Gallery presenta dal 3/1 (fino all’11/2) la nuova mostra:

IL MIO VICINO MIYAZAKI E L’ORIENTE

con i poster ispirati ai film del maestro giapponese, in concomitanza con l’uscita del suo nuovo, attesissimo lavoro “Il ragazzo e l’airone”

Il 2024 di Soggettiva Gallery si apre mercoledì 3 gennaio con un tributo a Hayao Miyazaki, uno dei più grandi maestri del cinema di animazione di tutti i tempi, la cui ultima fatica targata Studio Ghibli “Il ragazzo e l’airone” uscirà nelle sale italiane il 1° gennaio 2024, distribuito da Lucky Red.

Dal 16 gennaio la mostra verrà arricchita grazie a un approfondimento legato all’Oriente in senso lato, un mondo per noi ancora lontano che non smette di affascinarci in ogni suo aspetto, dalla calligrafia fino a immagini iconiche come “La grande onda di Kanagawa” di Hokusai.

Da mercoledì 3 gennaio 2024

“IL MIO VICINO MIYAZAKI E L’ORIENTE”

Soggettiva Gallery presenta, da mercoledì 3 gennaio 2024, la nuova mostra IL MIO VICINO MIYAZAKI E L’ORIENTE, omaggio alla straordinaria filmografia del regista giapponese, co-fondatore dello Studio Ghibli, punto di riferimento mondiale per gli amanti dell’animazione cinematografica.

LE OPERE

L’esposizione raccoglie – in concomitanza all’uscita al cinema de “Il ragazzo e l’airone”, il nuovo film di Miyazaki che ha battuto ogni record incassando, nel primo week-end di programmazione, più di 11 milioni di dollari in Giappone e quasi 13 negli Stati Uniti – gli Alternative Movie Poster di artisti e illustratori internazionali che vedono nel maestro giapponese una fonte d’ispirazione fondamentale per la loro produzione artistica.

STUDIO GHIBLI ONE LOVE


I lavori in mostra getteranno nuova luce sui grandi titoli della produzione di Studio Ghibli come “La città incantata” – enorme successo commerciale con più di 400 milioni di dollari incassati nel mondo –, rivista tramite gli sgargianti toni del blu, del rosso e dell’azzurro dal belga Mainger e quella metafisica dell’architetto Americano Bailey race, “Ponyo sulla scogliera”, rappresentato dal caleidoscopio e vorticoso lavoro di Chris Koeler, Princess Mononoke”, che la pluripremiata Zi Xu ci propone attraverso un ritratto corale di creature magiche e di maschere tipiche della tradizione giapponese.

Tra i film di Miyazaki a cui il pubblico è più legato c’è “Il mio vicino Totoro”: in mostra saranno presenti le versioni di Jordan Bolton, nella dettagliatissima e maniacale versione dedicata agli “oggetti di scena” e de Le Nevralgie Costanti, che propone in esclusiva per Soggettiva Gallery una dolce e iridescente rappresentazione di Totoro

IL DISCRETO FASCINO DELL’ORIENTE

Dal 16 gennaio la mostra verrà ampliata grazie a una ricca selezione di lavori che si rifanno al mito dell’Oriente, centro gravitazionale di una poetica che ancora oggi è oggetto di grande fascinazione da parte del pubblico occidentale, anche per la capacità di riflettere un’immagine che spesso è lontana dalla percezione che l’Occidente ha di sé stesso.

Due esempi lampanti sono film di Miyazaki quali “Porco Rosso” e “Il castello errante di Howl”: del primo è emblematico l’opera di Fabiocs che ritrae il protagonista a bordo del suo aeroplano – il padre di Miyazaki era ingegnere aereonautico –, mentre del secondo saranno esposte due sognanti versioni a cura del famoso incisore Dan Grissom.

UN MIX ESPLOSIVO

Tra gli elementi che più hanno richiamato l’attenzione degli artisti in mostra ci sono le diverse e ricercatissime grafie orientali. Sono infatti svariati gli Alternative Movie Poster che accostano all’immaginario di grandi classici del cinema occidentale l’uso di parole scritte con alfabeti cinesi, giapponesi o coreani.

Tra le opere più rappresentative di questo genere quelle realizzate dal collettivo americano Rucking Fotten, conosciuto per i periodi limitatissimi con cui rende disponibili i propri lavori, di cui sarà esposta una selezione di 8 titoli, tra cui “Arancia Meccanica”, “Guerrieri della notte” e “Rosemary’s Baby”.

IL GRANDE SQUALO DI KANAGAWA

Un’altra tendenza è quella di creare una commistione, e quindi un cortocircuito, tra immaginario occidentale ed orientale: tra i lavori in mostra “Ninja Star Wars” di Steve Bialik, la versione di “Lo squalo” reinterpretata da Mark Bell – in cui lo squalo si fonde con una delle immagini più celebri al mondo, la xilografia del pittore giapponese Hokusai intitolata “La grande onda di Kanagawa” –, o ancora le opere di Jed Henry, fine illustratore che si serve unicamente di carta giapponese lavorata a mano: sue due versioni di “Star Wars” e de “La città incantata”.

MOSTRI GIAPPONESI E DOVE TROVARLI

In mostra anche capolavori dell’animazione e del fumetto giapponese che sono stati oggetto di rivisitazione e trasformazione in Alternative Movie Poster: è il caso di “Godzilla”, visto attraverso gli occhi di Max Dalton e, in esclusiva per Soggettiva Gallery, del bolognese Francesco Casolari; ad “Akira”, sono dedicate le raffinate opere di artisti rinomati come i Van Orton e l’americano Anthony Petrie, affasciato dalle topografie e dalle mappe.

INFINE I GRANDI CLASSICI

Infine non potevano mancare anche nomi altisonanti della cinematografia classica giapponese quali Akira Kurosawa (in esposizione un’opera di BRVM ispirata a “L’angelo ubriaco”) e Yasujiro Ozu (il francese Tom Haugomat si è concentrato su “Viaggio a Tokyo”) ma anche più recenti maestri del cinema orientale: l’illustratrice Silvia Cocomazzi ha lavorato per Soggettiva Gallery sui film di Wong Kar-wai, mentre altri artisti hanno scelto di rielaborare i film di registi sud-coreani quali Bong Joon-ho (“Parasite”, “The Host”, “Memorie di un assassino”) e Park Chan-wook (“Oldboy”).

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Orari di apertura:

dal martedì al venerdì dalle 10 alle 20.30
Sabato e Domenica 10-13.30 e 16-19.30

Foto alternative movie poster de La città incantata (japanese) | Bailey Race | Hayao Miyazaki | Soggettiva Gallery Milano

Il 2024 di Soggettiva Gallery si apre mercoledì 3 gennaio con un tributo a Hayao Miyazaki, uno dei più grandi maestri del cinema di animazione di tutti i tempi, la cui ultima fatica targata Studio Ghibli “Il ragazzo e l’airone” uscirà nelle sale italiane il 1° gennaio 2024, distribuito da Lucky Red.

Dal 16 gennaio la mostra verrà arricchita grazie a un approfondimento legato all’Oriente in senso lato, un mondo per noi ancora lontano che non smette di affascinarci in ogni suo aspetto, dalla calligrafia fino a immagini iconiche come “La grande onda di Kanagawa” di Hokusai.

Alternative movie poster di Totoro (Rainbow) | Hayao Miyazaki | Le Nevralgie Costanti | Soggettiva Gallery Milano

Da mercoledì 3 gennaio 2024

“IL MIO VICINO MIYAZAKI E L’ORIENTE”

Soggettiva Gallery presenta, da mercoledì 3 gennaio 2024, la nuova mostra IL MIO VICINO MIYAZAKI E L’ORIENTE, omaggio alla straordinaria filmografia del regista giapponese, co-fondatore dello Studio Ghibli, punto di riferimento mondiale per gli amanti dell’animazione cinematografica.

LE OPERE

L’esposizione raccoglie – in concomitanza all’uscita al cinema de “Il ragazzo e l’airone”, il nuovo film di Miyazaki che ha battuto ogni record incassando, nel primo week-end di programmazione, più di 11 milioni di dollari in Giappone e quasi 13 negli Stati Uniti – gli Alternative Movie Poster di artisti e illustratori internazionali che vedono nel maestro giapponese una fonte d’ispirazione fondamentale per la loro produzione artistica.

Foto alternative movie poster de Il mio vicino Totoro (Objects) | Jordan Bolton | Hayao Miyazaki | Soggettiva Gallery Milano

STUDIO GHIBLI ONE LOVE


I lavori in mostra getteranno nuova luce sui grandi titoli della produzione di Studio Ghibli come “La città incantata” – enorme successo commerciale con più di 400 milioni di dollari incassati nel mondo –, rivista tramite gli sgargianti toni del blu, del rosso e dell’azzurro dal belga Mainger e quella metafisica dell’architetto Americano Bailey race, “Ponyo sulla scogliera”, rappresentato dal caleidoscopio e vorticoso lavoro di Chris Koeler, Princess Mononoke”, che la pluripremiata Zi Xu ci propone attraverso un ritratto corale di creature magiche e di maschere tipiche della tradizione giapponese.

Foto alternative movie poster de Porco Rosso (Glasses) | Fabiocs | Hayao Miyazaki | Soggettiva Gallery Milano

Tra i film di Miyazaki a cui il pubblico è più legato c’è “Il mio vicino Totoro”: in mostra saranno presenti le versioni di Jordan Bolton, nella dettagliatissima e maniacale versione dedicata agli “oggetti di scena” e de Le Nevralgie Costanti, che propone in esclusiva per Soggettiva Gallery una dolce e iridescente rappresentazione di Totoro

Foto alternative movie poster de Il Castello Errante di Howl | Dan Grissom | Hayao Miyazaki | Soggettiva Gallery Milano

IL DISCRETO FASCINO DELL’ORIENTE

Dal 16 gennaio la mostra verrà ampliata grazie a una ricca selezione di lavori che si rifanno al mito dell’Oriente, centro gravitazionale di una poetica che ancora oggi è oggetto di grande fascinazione da parte del pubblico occidentale, anche per la capacità di riflettere un’immagine che spesso è lontana dalla percezione che l’Occidente ha di sé stesso.

Due esempi lampanti sono film di Miyazaki quali “Porco Rosso” e “Il castello errante di Howl”: del primo è emblematico l’opera di Fabiocs che ritrae il protagonista a bordo del suo aeroplano – il padre di Miyazaki era ingegnere aereonautico –, mentre del secondo saranno esposte due sognanti versioni a cura del famoso incisore Dan Grissom.

Foto alternative movie poster de Arancia meccanica | Rucking Fotten | Stanley Kubrick | Soggettiva Gallery Milano

UN MIX ESPLOSIVO

Tra gli elementi che più hanno richiamato l’attenzione degli artisti in mostra ci sono le diverse e ricercatissime grafie orientali. Sono infatti svariati gli Alternative Movie Poster che accostano all’immaginario di grandi classici del cinema occidentale l’uso di parole scritte con alfabeti cinesi, giapponesi o coreani.

Tra le opere più rappresentative di questo genere quelle realizzate dal collettivo americano Rucking Fotten, conosciuto per i periodi limitatissimi con cui rende disponibili i propri lavori, di cui sarà esposta una selezione di 8 titoli, tra cui “Arancia Meccanica”, “Guerrieri della notte” e “Rosemary’s Baby”.

Foto alternative movie poster del film Lo squalo regia di Steven Spielberg | Mark Bell | Soggettiva Gallery Milano

IL GRANDE SQUALO DI KANAGAWA

Un’altra tendenza è quella di creare una commistione, e quindi un cortocircuito, tra immaginario occidentale ed orientale: tra i lavori in mostra “Ninja Star Wars” di Steve Bialik, la versione di “Lo squalo” reinterpretata da Mark Bell – in cui lo squalo si fonde con una delle immagini più celebri al mondo, la xilografia del pittore giapponese Hokusai intitolata “La grande onda di Kanagawa” –, o ancora le opere di Jed Henry, fine illustratore che si serve unicamente di carta giapponese lavorata a mano: sue due versioni di “Star Wars” e de “La città incantata”.

Foto alternative movie poster di Godzilla di Ishiro Honda

MOSTRI GIAPPONESI E DOVE TROVARLI

In mostra anche capolavori dell’animazione e del fumetto giapponese che sono stati oggetto di rivisitazione e trasformazione in Alternative Movie Poster: è il caso di “Godzilla”, visto attraverso gli occhi di Max Dalton e, in esclusiva per Soggettiva Gallery, del bolognese Francesco Casolari; ad “Akira”, sono dedicate le raffinate opere di artisti rinomati come i Van Orton e l’americano Anthony Petrie, affasciato dalle topografie e dalle mappe.

Foto alternative movie poster di Viaggio a Tokyo (Tokyo Story) di Yasujirō Ozu | Tom haugomat

INFINE I GRANDI CLASSICI

Infine non potevano mancare anche nomi altisonanti della cinematografia classica giapponese quali Akira Kurosawa (in esposizione un’opera di BRVM ispirata a “L’angelo ubriaco”) e Yasujiro Ozu (il francese Tom Haugomat si è concentrato su “Viaggio a Tokyo”) ma anche più recenti maestri del cinema orientale: l’illustratrice Silvia Cocomazzi ha lavorato per Soggettiva Gallery sui film di Wong Kar-wai, mentre altri artisti hanno scelto di rielaborare i film di registi sud-coreani quali Bong Joon-ho (“Parasite”, “The Host”, “Memorie di un assassino”) e Park Chan-wook (“Oldboy”).

Foto alternative movie poster del film L'angelo ubriaco di Akira Kurosawa | BRVM | Soggettiva Gallery Milano

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Sabato e Domenica 10-13.30 e 16-19.30

CHRIS BRAKE

Prima di passare al cinema, Chris ha lavorato come illustratore, esponendo spesso nelle rinomate gallerie d’arte della cultura pop di Los Angeles “Hero Complex Gallery” e “Gallery 1988”, producendo opere d’arte ufficiali per 20th Century Fox, Joss Whedon, Joe Dante e Roger Corman. Successivamente ha lavorato come assistente del dipartimento artistico per clienti come Virgin Media, Now TV, Little Mix e Jamie T. Il suo primo cortometraggio “Nest” è stato semifinalista al “Berlin Student Film Festival”, dove è stato nominato per il Premio della Giuria. 

Before moving on to film, Chris worked as an illustrator, often exhibiting in the renowned Los Angeles pop culture art galleries “Hero Complex Gallery” and “Gallery 1988”, producing official artwork for 20th Century Fox, Joss Whedon, Joe Dante and Roger Corman. He later worked as an assistant in the art department for clients such as Virgin Media, Now TV, Little Mix and Jamie T. His first short film “Nest” was a semifinalist at the “Berlin Student Film Festival”, where he was nominated for the Jury Prize.

STEPHEN LUROS HOLLIDAY

Da ragazzo Steven era un fan dei fumetti. Ha iniziato prendendo lezioni di illustrazione del fumetto presso la Heron Art School di Indianapolis. Fu solo al college presso la School Of The Art Institute di Chicago che scoprì il suo amore per la serigrafia. Ha disegnato di tutto, dalla fan art, alle stampe dei film con licenza ufficiale, ai poster per i concerti.  Il suo lavoro è stato esposto in diverse mostre collettive dedicate a vari temi cinematografici.

As a boy Steven was a fan of comics. He started by taking comic illustration classes at the Heron Art School in Indianapolis. It was only in college at the School Of The Art Institute in Chicago that he discovered his love for screen printing. He’s drawn everything from fan art, to prints of officially licensed films, to concert posters. His work has been exhibited in several collective exhibitions dedicated to various film topics. 

MAX DALTON

Max Dalton, illustratore, pittore e musicista e scrittore occasionale. Crea spesso illustrazioni per poster, libri, riviste, giornali, pubblicità e prodotti.Ha partecipato a molte mostre collettive e personali a New York, San Francisco, Los Angeles, Arizona, Parigi, Seoul e altro ancora. Il suo lavoro è apparso in molte riviste come The New Yorker, Monocle e O, The Oprah Magazine.

Max Dalton is an illustrator, painter, musician and writer. He often designs for posters, books, magazines, newspapers, advertisements and products. He has participated in many group and solo shows in New York, San Francisco, Los Angeles, Paris, Seoul and elsewhere. His work has appeared in magazines such as The New Yorker, Monocle and O, The Oprah Magazine.

OLIVIER COURBET

Olivier Courbet è un creativo multidisciplinare francese con sede a Los Angeles, California. Lavora con marchi, agenzie, studi cinematografici e startup di tutto il mondo tra cui Dreamworks, Paramount, Disney, Mattel, Will.I.AM e NBA. Ha vinto numerosi premi e il suo lavoro è stato descritto in vari libri e pubblicazioni di design tra cui Computer Arts, Logology, SXSW.

Olivier Courbet is a multidisciplinary French creative artist based in Los Angeles, California. He works with brands, agencies, film studios and start-ups around the world including Dreamworks, Paramount, Disney, Mattel, Will.I.AM and NBA. He has won numerous awards and his work has been featured in various books and design publications including Computer Arts, Logology, SXSW.

LAN LAWSON

Nan Lawson è un’artista e illustratrice con sede a Los Angeles. Si è laureata in regia cinematografica alla Syracuse University, ma dopo la laurea ha perseguito la sua passione per l’illustrazione. Ora ha unito il suo amore per il cinema e l’arte per dedicarsi alla cultura pop e alla locandina. Lavora nell’editoria e nell’industria dell’intrattenimento; crea libri illustrati e copertine di libri, oltre a opere d’arte e manifesti per film e televisione.

Ha lavorato con clienti tra cui Harper Collins, Audible, Random House, Hachette, Amblin Entertainment e Warner Bros.