AMERICAN MOVIE PLACES

La mostra è a ingresso libero

29 Marzo 2024

Soggettiva Gallery dedica, in occasione del Salone del Mobile (16-21 aprile) e dell’uscita di un film sul celebre pittore Edward Hopper, un approfondimento su due luoghi simbolo del cinema americano e mondiale, New York e Los Angeles. Per farlo prende in prestito due forme artistiche altre rispetto alla Settima Arte: l’arte e l’architettura. 

Da un lato infatti Nighthawks di Edward Hopper – pittore “cinematografico” per eccellenza  (influenzò molti registi tra cui Alfred Hitchcock e David Lynch) a cui è dedicato il documentario Hopper. Una storia d’amore americana, in uscita il 9 e 10 aprile – viene reinterpretato dall’illustratore texano Casey Callender che inserisce al suo interno i più iconici protagonisti del cinema: da Batman a Il grande Lebowski, da Blade Runner a Il Padrino, da Terminator a Matrix, da Ghostbusters a Beetlejuice. 

Dall’altro le architetture di Los Angeles rappresentano una fonte di ispirazione essenziale per l’artista inglese George Townley, il cui incontro con L.A ha dato vita a una serie di opere che ritraggono luoghi ordinari – spesso resi straordinari da avvenimenti a cui il cinema fa sfondo, su tutti il The Viper Room, legato al tragico destino di River Phoenix – così come set di film  di culto – da Pearl Harbour a I Simpson, da La La Land a Don’t Worry Darling e Karate Kid, da Barbie a Il cavaliere oscuro – Il Ritorno.

IL CINEMA IN VETRINA A NEW YORK

A New York, in particolare a un classico diner americano sulla Greenwich Avenue, si ispira uno dei dipinti più importanti di tutto il XX secolo, Nighthawks di Edward Hopper, opera che trascende il tempo e lo spazio di un pittore che, con le sue opere, ha messo in scena sia l’architettura che i paesaggi, sia reali che dell’anima, che contraddistinguono le infinite sfumature di una paese sfaccettato come Stati Uniti. All’iconica immagine generata da Hopper si ispira l’illustratore texano Casey Callender, che, reinterpretandola, la trasforma in un set cinematografico in grado di accogliere i protagonisti dei film che hanno segnato il nostro immaginario, come la scena di un film illuminata dal migliore dei fotografi e arredata dal più meticoloso degli scenografi.

Gli “interpreti principali” di questa scena sono seduti al bancone come comuni avventori; non fosse altro che dalla vetrina del locale si intravede in strada la terrificante creatura extra-terrestre di Alien (Ridley Scott), uno degli strampalati esseri che popolando il burtoniano mondo di Beetlejuice, l’iconica Batmobile parcheggiata alle spalle di Batman così come i letali aeroplani pilotati da Tom Cruise in Top Gun. In alcuni casi il locale dipinto da Hopper viene trasportato da Callender interamente in un’altra dimensione: che si tratti della realtà paranormale dei Ghostbusters – a seguito dell’esplosione di Stay Puft, con gli acchiappa-fantasmi ricoperti dalla soffice pasta di marshmellow di cui è fatto il gigantesco ectoplasma – o quella simulata di Matrix con Neo e Morpheus immersi in un flusso di codici alfa-numerici che compongono quello che noi crediamo essere il mondo reale –, il risultato è sempre incredibilmente affascinante e fonte di infiniti spunti interpretativi per gli appassionati della pittura di Edwardo Hooper e soprattutto del grande cinema.

CALIFORNIA DREAMING

Facendo un salto sull’altra costa degli Stati Uniti, a Los Angeles, l’incontro con il cinema è semplicemente inevitabile, tanto questa città è permeata di quell’immaginario filmico che l’industria hollywoodiana ha saputo esportare in tutto il mondo. É in tal senso una vera e propria ossessione quella sviluppata dall’artista di Londra George Townley per la luce calda e soffusa e i colori saturi che rendono unica l’atmosfera californiana.

I luoghi che hanno ispirato Townley vanno dall’El Rey Theatre – storico cinema e landmark art deco costruito nel 1936 Dove hanno suonato tra gli altri Bob Dylan, Billie Eilish, Kendrick Lamar e molti altri – alla Fox Plaza – resa celebre come Nakatomi Tower da Die Hard con Bruce Willis – dal Lighthouse Cafe – vero jazz cafe al cui interno è stata girata la scena di La La Land in cui Ryan Gosling incontra John Legend – fino al Griffith Observatory – icona di Los Angeles e set di innumerevoli film tra cui Gioventù bruciata, Yes Man e Terminator – e al set che riproduce la casa di Barbie, realizzato il 20% più piccolo di un’edificio tradizionale per conferirgli un’aurea da vera casa delle bambole.

Tra le location ritratte da Townely non poteva mancare la Mulholland Drive, conosciuta in tutto il mondo grazie al geniale e omonimo film di David Lynch: se infatti Townley inserisce un chiaro riferimento al regista di Twin Peaks in un diner da lui reinterpretato, un altro richiamo a questo luogo simbolico si trova nella Chemosphere, inedita abitazione a forma di astronave progettata dall’architetto californiano John Lautner e posta pochi metri dalla Mulholland Drive. 

ENNIS HOUSE E ALTRE GRANDI ARCHITETTURE DI L.A

Un focus è quindi dedicato ai grandi architetti che hanno lasciato il segno nello skyline di Los Angeles: dalla spettacolare Ennis House – per cui il celebre architetto Frank Lloyd Wright si è ispirato alle costruzioni dell’antica civiltà Inca – impiegata che set della futuristica città ritratta in Blade Runner, alla Kaufmann House disegnata dal progettista austriaco Richard Neutra, le cui linee geometriche immerse nella rigogliosa natura di Palm Springs appaiono sullo sfondo del film Don’t Worry Darling.

TUTTO COMINCIÒ A HOLLYWOOD

Infine, le opere di Townley si rifanno anche a luoghi ordinari: che si tratti del Georgian Hotel, che negli anni ha ospitato star del calibro di Charlie Chaplin e Clark Gable, o della catena di fast food californiana In n’ Out ripresa mentre un aereo partito dall’aeroporto LAX la sorvola, o ancora del The Viper Room, locale diventato testimone involontario di un evento tragico come la prematura scomparsa dell’attore River Phoenix, il fascino di Hollywood è sempre presente, quasi che una città come Los Angeles, anche nei suoi angoli meno glamour, fosse in grado di risvegliare in chi la osserva il desiderio di rivivere quelle storie che, partendo dalla “cruda” realtà, sono diventate sostanza stessa dei sogni che il cinema ci ispira.

INFORMAZIONI AL PUBBLICO

SOGGETTIVA GALLERY

Via Pasquale Sottocorno 5/A, 20122 Milano

3357722437 – 3458463222

info@soggettivagallery.com 

www.soggettivagallery.com 

Orari di apertura:

dal martedì al venerdì dalle 10 alle 20.30
Sabato e Domenica 10-13.30 e 16-19.30

Foto alternative movie poster del film Gioventù bruciata di Nicholas Ray | George Townley | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Batman (Hopper) | Casey Callender | Tim Burton | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Matrix | Casey Callender | Andy e Larry Wachowski | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Ghostbusters (Marshmallow) | Casey Callender | Ivan Reitman | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Alien (Hopper) | Casey Callender | Ridley Scott | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Il grande Lebowski (Hopper) | Casey Callender | Joel Coen | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster de El Rey Theatre (La La Land) | George Townley | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster del film Mulholland Drive di David Lynch | George Townley | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster de ENNIS HOUSE | George Townley | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster de The Viper Room | George Townley | Soggettiva Gallery Milano
Foto alternative movie poster de The Georgian Hotel | George Townley | Soggettiva Gallery Milano

Soggettiva Gallery dedica, in occasione del Salone del Mobile (16-21 aprile) e dell’uscita di un film sul celebre pittore Edward Hopper, un approfondimento su due luoghi simbolo del cinema americano e mondiale, New York e Los Angeles. Per farlo prende in prestito due forme artistiche altre rispetto alla Settima Arte: l’arte e l’architettura. 

Foto alternative movie poster del film Batman (Hopper) | Casey Callender | Tim Burton | Soggettiva Gallery Milano

Da un lato infatti Nighthawks di Edward Hopper – pittore “cinematografico” per eccellenza  (influenzò molti registi tra cui Alfred Hitchcock e David Lynch) a cui è dedicato il documentario Hopper. Una storia d’amore americana, in uscita il 9 e 10 aprile – viene reinterpretato dall’illustratore texano Casey Callender che inserisce al suo interno i più iconici protagonisti del cinema: da Batman a Il grande Lebowski, da Blade Runner a Il Padrino, da Terminator a Matrix, da Ghostbusters a Beetlejuice. 

Foto alternative movie poster del film Gioventù bruciata di Nicholas Ray | George Townley | Soggettiva Gallery Milano

Dall’altro le architetture di Los Angeles rappresentano una fonte di ispirazione essenziale per l’artista inglese George Townley, il cui incontro con L.A ha dato vita a una serie di opere che ritraggono luoghi ordinari – spesso resi straordinari da avvenimenti a cui il cinema fa sfondo, su tutti il The Viper Room, legato al tragico destino di River Phoenix – così come set di film  di culto – da Pearl Harbour a I Simpson, da La La Land a Don’t Worry Darling e Karate Kid, da Barbie a Il cavaliere oscuro – Il Ritorno.

Foto alternative movie poster del film Matrix | Casey Callender | Andy e Larry Wachowski | Soggettiva Gallery Milano

IL CINEMA IN VETRINA A NEW YORK

A New York, in particolare a un classico diner americano sulla Greenwich Avenue, si ispira uno dei dipinti più importanti di tutto il XX secolo, Nighthawks di Edward Hopper, opera che trascende il tempo e lo spazio di un pittore che, con le sue opere, ha messo in scena sia l’architettura che i paesaggi, sia reali che dell’anima, che contraddistinguono le infinite sfumature di una paese sfaccettato come Stati Uniti. All’iconica immagine generata da Hopper si ispira l’illustratore texano Casey Callender, che, reinterpretandola, la trasforma in un set cinematografico in grado di accogliere i protagonisti dei film che hanno segnato il nostro immaginario, come la scena di un film illuminata dal migliore dei fotografi e arredata dal più meticoloso degli scenografi.

Foto alternative movie poster del film Ghostbusters (Marshmallow) | Casey Callender | Ivan Reitman | Soggettiva Gallery Milano

Gli “interpreti principali” di questa scena sono seduti al bancone come comuni avventori; non fosse altro che dalla vetrina del locale si intravede in strada la terrificante creatura extra-terrestre di Alien (Ridley Scott), uno degli strampalati esseri che popolando il burtoniano mondo di Beetlejuice, l’iconica Batmobile parcheggiata alle spalle di Batman così come i letali aeroplani pilotati da Tom Cruise in Top Gun.

Foto alternative movie poster del film Alien (Hopper) | Casey Callender | Ridley Scott | Soggettiva Gallery Milano

In alcuni casi il locale dipinto da Hopper viene trasportato da Callender interamente in un’altra dimensione: che si tratti della realtà paranormale dei Ghostbusters – a seguito dell’esplosione di Stay Puft, con gli acchiappa-fantasmi ricoperti dalla soffice pasta di marshmellow di cui è fatto il gigantesco ectoplasma – o quella simulata di Matrix con Neo e Morpheus immersi in un flusso di codici alfa-numerici che compongono quello che noi crediamo essere il mondo reale –, il risultato è sempre incredibilmente affascinante e fonte di infiniti spunti interpretativi per gli appassionati della pittura di Edwardo Hooper e soprattutto del grande cinema.

Foto alternative movie poster del film Il grande Lebowski (Hopper) | Casey Callender | Joel Coen | Soggettiva Gallery Milano

CALIFORNIA DREAMING

Facendo un salto sull’altra costa degli Stati Uniti, a Los Angeles, l’incontro con il cinema è semplicemente inevitabile, tanto questa città è permeata di quell’immaginario filmico che l’industria hollywoodiana ha saputo esportare in tutto il mondo. É in tal senso una vera e propria ossessione quella sviluppata dall’artista di Londra George Townley per la luce calda e soffusa e i colori saturi che rendono unica l’atmosfera californiana.

Foto alternative movie poster de El Rey Theatre (La La Land) | George Townley | Soggettiva Gallery Milano

I luoghi che hanno ispirato Townley vanno dall’El Rey Theatre – storico cinema e landmark art deco costruito nel 1936 Dove hanno suonato tra gli altri Bob Dylan, Billie Eilish, Kendrick Lamar e molti altri – alla Fox Plaza – resa celebre come Nakatomi Tower da Die Hard con Bruce Willis – dal Lighthouse Cafe – vero jazz cafe al cui interno è stata girata la scena di La La Land in cui Ryan Gosling incontra John Legend – fino al Griffith Observatory – icona di Los Angeles e set di innumerevoli film tra cui Gioventù bruciata, Yes Man e Terminator – e al set che riproduce la casa di Barbie, realizzato il 20% più piccolo di un’edificio tradizionale per conferirgli un’aurea da vera casa delle bambole.

Foto alternative movie poster del film Mulholland Drive di David Lynch | George Townley | Soggettiva Gallery Milano

Tra le location ritratte da Townley non poteva mancare la Mulholland Drive, conosciuta in tutto il mondo grazie al geniale e omonimo film di David Lynch: se infatti Townley inserisce un chiaro riferimento al regista di Twin Peaks in un diner da lui reinterpretato, un altro richiamo a questo luogo simbolico si trova nella Chemosphere, inedita abitazione a forma di astronave progettata dall’architetto californiano John Lautner e posta pochi metri dalla Mulholland Drive. 

Foto alternative movie poster de Lighthouse Cafè | George Townley | Soggettiva Gallery Milano

ENNIS HOUSE E ALTRE GRANDI ARCHITETTURE DI L.A

Un focus è quindi dedicato ai grandi architetti che hanno lasciato il segno nello skyline di Los Angeles: dalla spettacolare Ennis House – per cui il celebre architetto Frank Lloyd Wright si è ispirato alle costruzioni dell’antica civiltà Inca – impiegata che set della futuristica città ritratta in Blade Runner, alla Kaufmann House disegnata dal progettista austriaco Richard Neutra, le cui linee geometriche immerse nella rigogliosa natura di Palm Springs appaiono sullo sfondo del film Don’t Worry Darling.

Foto alternative movie poster de ENNIS HOUSE | George Townley | Soggettiva Gallery Milano

TUTTO COMINCIÒ A HOLLYWOOD

Infine, le opere di Townley si rifanno anche a luoghi ordinari: che si tratti del Georgian Hotel, che negli anni ha ospitato star del calibro di Charlie Chaplin e Clark Gable, o della catena di fast food californiana In n’ Out ripresa mentre un aereo partito dall’aeroporto LAX la sorvola, o ancora del The Viper Room, locale diventato testimone involontario di un evento tragico come la prematura scomparsa dell’attore River Phoenix, il fascino di Hollywood è sempre presente, quasi che una città come Los Angeles, anche nei suoi angoli meno glamour, fosse in grado di risvegliare in chi la osserva il desiderio di rivivere quelle storie che, partendo dalla “cruda” realtà, sono diventate sostanza stessa dei sogni che il cinema ci ispira.

Foto alternative movie poster de The Viper Room | George Townley | Soggettiva Gallery Milano

INFORMAZIONI AL PUBBLICO

SOGGETTIVA GALLERY

Via Pasquale Sottocorno 5/A, 20122 Milano

3357722437 – 3458463222

info@soggettivagallery.com 

www.soggettivagallery.com 

Orari di apertura:

dal martedì al venerdì dalle 10 alle 20.30
Sabato e Domenica 10-13.30 e 16-19.30

Foto alternative movie poster de The Georgian Hotel | George Townley | Soggettiva Gallery Milano
CHRIS BRAKE

Prima di passare al cinema, Chris ha lavorato come illustratore, esponendo spesso nelle rinomate gallerie d’arte della cultura pop di Los Angeles “Hero Complex Gallery” e “Gallery 1988”, producendo opere d’arte ufficiali per 20th Century Fox, Joss Whedon, Joe Dante e Roger Corman. Successivamente ha lavorato come assistente del dipartimento artistico per clienti come Virgin Media, Now TV, Little Mix e Jamie T. Il suo primo cortometraggio “Nest” è stato semifinalista al “Berlin Student Film Festival”, dove è stato nominato per il Premio della Giuria. 

Before moving on to film, Chris worked as an illustrator, often exhibiting in the renowned Los Angeles pop culture art galleries “Hero Complex Gallery” and “Gallery 1988”, producing official artwork for 20th Century Fox, Joss Whedon, Joe Dante and Roger Corman. He later worked as an assistant in the art department for clients such as Virgin Media, Now TV, Little Mix and Jamie T. His first short film “Nest” was a semifinalist at the “Berlin Student Film Festival”, where he was nominated for the Jury Prize.

STEPHEN LUROS HOLLIDAY

Da ragazzo Steven era un fan dei fumetti. Ha iniziato prendendo lezioni di illustrazione del fumetto presso la Heron Art School di Indianapolis. Fu solo al college presso la School Of The Art Institute di Chicago che scoprì il suo amore per la serigrafia. Ha disegnato di tutto, dalla fan art, alle stampe dei film con licenza ufficiale, ai poster per i concerti.  Il suo lavoro è stato esposto in diverse mostre collettive dedicate a vari temi cinematografici.

As a boy Steven was a fan of comics. He started by taking comic illustration classes at the Heron Art School in Indianapolis. It was only in college at the School Of The Art Institute in Chicago that he discovered his love for screen printing. He’s drawn everything from fan art, to prints of officially licensed films, to concert posters. His work has been exhibited in several collective exhibitions dedicated to various film topics. 

MAX DALTON

Max Dalton, illustratore, pittore e musicista e scrittore occasionale. Crea spesso illustrazioni per poster, libri, riviste, giornali, pubblicità e prodotti.Ha partecipato a molte mostre collettive e personali a New York, San Francisco, Los Angeles, Arizona, Parigi, Seoul e altro ancora. Il suo lavoro è apparso in molte riviste come The New Yorker, Monocle e O, The Oprah Magazine.

Max Dalton is an illustrator, painter, musician and writer. He often designs for posters, books, magazines, newspapers, advertisements and products. He has participated in many group and solo shows in New York, San Francisco, Los Angeles, Paris, Seoul and elsewhere. His work has appeared in magazines such as The New Yorker, Monocle and O, The Oprah Magazine.

OLIVIER COURBET

Olivier Courbet è un creativo multidisciplinare francese con sede a Los Angeles, California. Lavora con marchi, agenzie, studi cinematografici e startup di tutto il mondo tra cui Dreamworks, Paramount, Disney, Mattel, Will.I.AM e NBA. Ha vinto numerosi premi e il suo lavoro è stato descritto in vari libri e pubblicazioni di design tra cui Computer Arts, Logology, SXSW.

Olivier Courbet is a multidisciplinary French creative artist based in Los Angeles, California. He works with brands, agencies, film studios and start-ups around the world including Dreamworks, Paramount, Disney, Mattel, Will.I.AM and NBA. He has won numerous awards and his work has been featured in various books and design publications including Computer Arts, Logology, SXSW.

LAN LAWSON

Nan Lawson è un’artista e illustratrice con sede a Los Angeles. Si è laureata in regia cinematografica alla Syracuse University, ma dopo la laurea ha perseguito la sua passione per l’illustrazione. Ora ha unito il suo amore per il cinema e l’arte per dedicarsi alla cultura pop e alla locandina. Lavora nell’editoria e nell’industria dell’intrattenimento; crea libri illustrati e copertine di libri, oltre a opere d’arte e manifesti per film e televisione.

Ha lavorato con clienti tra cui Harper Collins, Audible, Random House, Hachette, Amblin Entertainment e Warner Bros.